creato da redazione — ultima modifica 06/11/2013 09:34
Erano anni che non si vedeva nel corteo diretto al monumento ai Caduti che si forma all’uscita della Messa, tanta popolazione (merito questo anche dell’invito che il Parroco ha rivolto in questo senso ai fedeli alla conclusione della celebrazione). Il corteo, aperto dalla Banda Civica diretta dal M.° Ivan Nussio, e della quale non sono passati inosservati il cospicuo numero dei componenti e la qualità delle prestazioni, ha raggiunto piazza Marinoni dove le rappresentanze hanno preso posto secondo le indicazioni del programma e le disposizioni dello speaker dott. Luigi Trimarchi dell’ANA.
Fra le autorità, con il vice sindaco dott. Gianmartino della Vedova (in sostituzione del sindaco indisposto) scortato dal comandante della Polizia Locale Fabio Della Bona, c’erano il capitano Michele Prete comandante della compagnia dei Carabinieri, il parroco don Paolo Busato, i marescialli Michele Gorgoglione della Guardia di Finanza e Giandomenico Pini del Corpo Forestale dello Stato e l’ispettore Silvio Piani per la Polizia di Stato.
Fra le associazioni d’arma e assimilati, i Carabinieri, i Finanzieri, i Gruppi alpini della Sezione tiranese dell’ANA, con i rispettivi presidenti Vanni Farinelli, Piero Dottarelli e Mario Rumo, i Vigili del Fuoco, la Croce Rossa maschile e femminile, un nutrito gruppo della Protezione civile comunale presieduto da Marco De Campo.
Numerose anche le altre autorità cittadine (dirigenti scolatici, membri della Giunta, presidenti della Casa di Riposo, del Giardino d’infanzia, della Casa dell’Arte). Apriva il gruppo delle rappresentanze con bandiere e vessilli il labaro del Nastro Azzurro provinciale scortato dal presidente Alberto Vido. L’onore di impartire gli ordini è toccato al 1° capitano Nemo Canetta, presidente del neo costituito Centro studi storico-militari di Valtellina e Valchiavenna e direttore emerito del museo, presso il quale il centro ha sede. Significativo, dopo gli onori e la deposizione della corona, l’intervento di una rappresentanza di alunni della scuola media Trombini guidati al prof. Luca Pelizzi e accompagnati dalla dirigente prof. Luisa Porta, che hanno dato lettura del Bollettino della Vittoria del 1918 e di un testo sulla pace.
Numerose anche le altre autorità cittadine (dirigenti scolatici, membri della Giunta, presidenti della Casa di Riposo, del Giardino d’infanzia, della Casa dell’Arte). Apriva il gruppo delle rappresentanze con bandiere e vessilli il labaro del Nastro Azzurro provinciale scortato dal presidente Alberto Vido. L’onore di impartire gli ordini è toccato al 1° capitano Nemo Canetta, presidente del neo costituito Centro studi storico-militari di Valtellina e Valchiavenna e direttore emerito del museo, presso il quale il centro ha sede. Significativo, dopo gli onori e la deposizione della corona, l’intervento di una rappresentanza di alunni della scuola media Trombini guidati al prof. Luca Pelizzi e accompagnati dalla dirigente prof. Luisa Porta, che hanno dato lettura del Bollettino della Vittoria del 1918 e di un testo sulla pace.
E’ seguito il discorso ufficiale tenuto dall’assessore alla cultura Bruno Ciapponi Landi che ha esordito riprendendo il breve indirizzo introduttivo del vicesindaco che ha posto l’accento sul ruolo delle Forze Armate al servizio dei cittadini nella quotidianità, ringraziandole a nome del Comune, per il loro fondamentale contributo. Nel suo intervento Ciapponi Landi ha ricordato il dovere della riconoscenza verso chi con proprio impegno e persino con la morteha contribuito a realizzare l’Italia, libera, indipendente, dal grande concittadino Luigi Torelli all’ultimo combattente. Dopo avere sottolineato il valore storico del loro contributo, che li ha visti accorrere volontari alla difesa dello Stelvio e del Tonale e via via partecipare a tutti i conflitti, ha rivendicato il diritto della provincia di Sondrio a continuare ad esistere, al di là della minacciata soppressione delle amministrazioni provinciali, con una formula istituzionale che permetta a questa terra, così radicalmente diversa dal resto della Lombardia a cui appartiene, di mantenere la propria autonomia amministrativa. Non per una ragione ideologica o di prestigio, ha precisato, ma in omaggio alla ragione, come riconoscimento di una necessità, “tecnicamente” irrinunciabile per un territorio interamente montano, enorme in rapporto alla popolazione, con una nobile tradizione di autogestione amministrativa, inserito in una grande regione, che ha però caratteristiche fisiche, geografiche, antropologiche ed economiche esattamente opposte alle sue. L’oratore ha precisato che la rivendicazione autonomistica non è in contraddizione con l’ordinamento dello Stato e della Costituzione, anche perché autonomia è un concetto relativo che prevede un riferimento centrale che svolga quei compiti che non possono essere lasciati ai livelli periferici. In conclusione ha ricordando il ruolo svolto dai militari delle nostre missioni di pace all’estero definendoli impegnati in una guerra alla guerra, perché anche altri popoli oppressi raggiungano la pace e possano intraprendere fuori dalle contese (come avvenne per noi alla fine dell’ultima guerra), un percorso di sviluppo e di benesse. Il tradizionale viva l’Italia ha concluso l’intervento e la cerimonia.
Il giorno seguente, 4 Novembre, un omaggio floreale è stato posto al cippo del Parco della rimembranza (il giardino delle scuole di Madonna), le cui piante ricordano ciascuna uno dei 115 caduti tiranesi nella Guerra 1915-1918).
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