Per il Movimento 5 Stelle il referendum è tra gli strumenti essenziali della democrazia diretta perché restituisce la parola ai cittadini, da anni esclusi dalle decisioni che i partiti assumono nelle oscure stanze del potere. Le stesse stanze che frequenta la Lega Nord da oltre vent’anni senza nessun risultato tangibile e che, non a caso a ridosso della campagna elettorale, se ne esce con i suoi triti cavalli di battaglia indipendentistici.
Dopo la richiesta di referendum per l’abolizione della legge Merlin siamo alla richiesta di referendum consultivo per una Lombardia a Statuto speciale. L’ansia da consultazione diretta che sembra avvinghiare i fazzoletti verdi che annaspano nel consenso, svilisce però lo strumento referendario rendendolo solo un facile collettore di consensi elettorali. Gli stessi consensi che la Lega a racimolato negli ultimi anni per poi non fare nulla o, peggio, vendere i diamanti in Tanzania. Perché infatti un referendum sulla Lombardia a statuto speciale e non un referendum sull’abrogazione totale dei vitalizi o sulle infrastrutture che impatteranno pesantemente sul suolo lombardo?
Ci confronteremo comunque serenamente in Consiglio regionale sul referendum consultivo proposto, anche raccogliendo le sollecitazioni degli attivisti, ma resta l’impressione netta che questa sia l’ennesima iniziativa vuota e propagandistica di un partito alla canna del gas.
Giampietro Maccabiani, consigliere M5S Lombardia
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