E’ per noi un motivo di orgoglio l’essere riusciti a fare entrare all’interno del dibattito politico locale il concetto di Autonomia.
Non era scontato in questi ultimi anni e soprattutto qualche mese fa, quando si dava per certa la centralizzazione delle competenze a Roma e al Pirellone. Abbiamo sempre creduto e continueremo sempre a credere che il decentramento, la libertà, l’autogoverno, in una parola l’Autonomia, siano essenziali per ogni territorio ed ogni popolo che aspirino a prendersi cura di se stesso.
Non era scontato in questi ultimi anni e soprattutto qualche mese fa, quando si dava per certa la centralizzazione delle competenze a Roma e al Pirellone. Abbiamo sempre creduto e continueremo sempre a credere che il decentramento, la libertà, l’autogoverno, in una parola l’Autonomia, siano essenziali per ogni territorio ed ogni popolo che aspirino a prendersi cura di se stesso.
Anche il sindacato della CGIL recentemente si è espresso a riguardo, supportando la specificità montana, come altri, e condividendo la nostra proposta in materia di acque ed energia, che era rimasta poco ascoltata dai partiti. Mentre si attende l’iter di approvazione del ddl costituzionale n. 1429 e dei suoi quasi 8000 emendamenti da parte del Parlamento (di cui tre riguardanti la Valtellina Valchiavenna, quali l’emendamento n. 29.19 del partito del Sen. Jonny Crosio, l’emendamento n. 39.32 del senatore Mauro Del Barba sulla specificità montana e l’emendamento n. 30.84 dei senatori autonomisti del Trentino Alto Adige/Südtirol sull’elettività) è necessario non solo avere come riferimento l’ambito nazionale per presentare proposte concrete ma anche quello regionale. Per il ddl costituzionale n. 1429 abbiamo già fatto, come sapete, le nostre proposte e riteniamo ora giunto il momento di esercitare pressioni anche sul legislatore regionale.
In questi giorni il consiglio regionale del Veneto ha approvato la legge “Interventi a favore dei territori montani e conferimento di forme e condizioni particolari di autonomia amministrativa, regolamentare e finanziaria alla provincia di Belluno”, frutto dell’unità delle forze politiche e sociali bellunesi, che riconosce alla provincia di Belluno competenze e funzioni in diverse materie grazie ad un articolo dello statuto regionale veneto a cui si richiama. Ottenere all’interno dello statuto regionale lombardo il riconoscimento dello status di territorio interamente montano dotato di particolari condizioni di autonomia è condizione essenziale per presentare poi, attraverso una legge regionale, un progetto mirato al passaggio di funzioni e competenze dalla Regione all’ente di area vasta/provincia nelle materie strategiche per il nostro territorio.
Già in passato i consiglieri provinciali di Sondrio avevano espresso una richiesta in tal senso alla regione, già c’erano peraltro stati impegni da parte del PD, che aveva presentato un ordine del giorno e del Presidente della Regione Roberto Maroni, che in visita a Sondrio durante l’ultima campagna elettorale aveva garantito il riconoscimento a Sondrio della specificità montana. Che fine hanno fatto queste promesse? Nelle more di una lentezza del legislatore regionale, riteniamo utile cercare di agire a livello regionale per ottenere anche qui dei risultati nel senso di una maggiore autonomia e capacità decisionale autonoma della nostra terra.
Resta poi tuttavia da chiarire il senso di avere una provincia di secondo livello (che ricorda la vecchia comunità montana unica) e le comunità montane sul territorio. Ci domandiamo se le competenze e risorse delle comunità montane non dovrebbero essere concesse al nuovo ente generale della Valtellina Valchiavenna, stimolando al contempo le gestioni unitarie e le unioni di servizi tra i comuni, come il legislatore ha di recente richiesto.
Resta poi tuttavia da chiarire il senso di avere una provincia di secondo livello (che ricorda la vecchia comunità montana unica) e le comunità montane sul territorio. Ci domandiamo se le competenze e risorse delle comunità montane non dovrebbero essere concesse al nuovo ente generale della Valtellina Valchiavenna, stimolando al contempo le gestioni unitarie e le unioni di servizi tra i comuni, come il legislatore ha di recente richiesto.
Chiediamo quindi alle forze politiche locali e sociali di combattere uniti in questa doppia sfida nazionale e locale. Costruire insieme un progetto comune, attraverso un tavolo permanente sull’Autonomia dove le forze politiche, economiche e sociali possano confrontarsi e individuare proposte concrete comuni, è essenziale per dare forza alle istanze di autonomia che vengono dalla Valtellina Valchiavenna, così da garantire sviluppo e benessere alle nostre vallate.
Riteniamo che la costruzione di una classe dirigente nuova, attingendo anche al vasto e ricco bacino degli amministratori civici valtellinesi e valchiavennaschi, sia un elemento altrettanto importante e funzionale al progetto di autonomia: chi sa gestire il territorio deve portare la propria esperienza e competenza nell’amministrazione delle ulteriori competenze di un nuovo ente, più ‘autonomo’, al di fuori e al di là di schieramenti partitici tradizionali. Dobbiamo dimostrare di essere all’altezza e crediamo di avere, tutti insieme, i numeri per farcela.
Riteniamo che la costruzione di una classe dirigente nuova, attingendo anche al vasto e ricco bacino degli amministratori civici valtellinesi e valchiavennaschi, sia un elemento altrettanto importante e funzionale al progetto di autonomia: chi sa gestire il territorio deve portare la propria esperienza e competenza nell’amministrazione delle ulteriori competenze di un nuovo ente, più ‘autonomo’, al di fuori e al di là di schieramenti partitici tradizionali. Dobbiamo dimostrare di essere all’altezza e crediamo di avere, tutti insieme, i numeri per farcela.
Autonomia di Valtellina Valchiavenna
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