Con questo breve comunicato l’Associazione Valtellina nel futuro intende offrire alla riflessione della comunità Valtellinese e Valchiavennasca il proprio contributo di pensiero in relazione alla riforma istituzionale che vede l’imminente passaggio dall’ente Provincia al nuovo Ente di area vasta.
La riforma cade in un momento storico di profonda incertezza, quell’incertezza che sempre accompagna l’eclissi dei grandi sistemi sociali ed economici. Il modello di sviluppo affermatosi con la globalizzazione sembra denunciare limiti e contraddizioni esiziali, non riducibili alla pur grave crisi economico-finanziaria, ma di portata ben più ampia. Sotto accusa sembra esservi la visione stessa di uomo e di società centrata sulla competizione e l’aggressività, troppo lontana dalla vera natura empatica e cooperativa di una specie sociale qual la nostra. I rischi di contrapposizioni, violenze e soprusi insiti in questa visione sembrano oggi materializzarsi come mai in precedenza, assumendo una preoccupante dimensione globale.
La riforma istituzionale può apparire a prima vista estranea a queste dinamiche generali. In realtà ne è in qualche modo figlia, laddove va a ridurre gli spazi di democrazia e partecipazione, ossia le vere barriere alle derive autoritarie e violente. La trasformazione dell’ente intermedio da organismo elettivo a nominativo, come l’eventuale aggregazione forzata dei Comuni, è un grave sfregio all’autonomia delle comunità e all’esercizio della democrazia, che sottrae autorità alle istituzioni e di cui non si capisce il senso se non all’interno di un processo di accentramento del potere funzionale agli interessi di chi controlla o intende controllare le risorse dei territori.
Vi sono poi altri elementi discutibili nella riforma, come il diverso trattamento riservato alle metropoli con l’istituzione delle Aree metropolitane, o l’effettiva capacità che potrà avere l’Ente di area vasta di coordinare l’azione dei Comuni e altro ancora. Ai dubbi di costituzionalità sollevati da non pochi esperti si aggiungono dunque interrogativi di non poco conto sull’intero impianto normativo.
A fronte di un tale disegno di riordino sarebbe stata auspicabile una reazione più coraggiosa e chiara da parte delle istituzionI locali, della politica e della società civile. Da questo punto di vista va giudicato positivamente il tentativo attuato anche qui in provincia di allestire una lista civico-istituzionale per le elezioni degli organismo dell’Ente di area vasta. L’iniziativa poteva essere letta come una risposta responsabile ad un provvedimento non condivisibile, capace forse di evitare quelle derive clientelari e di bassa politica che purtroppo caratterizzano gli enti di secondo livello. Il suo fallimento rappresenta, a nostro parere, un’opportunità mancata per la nostra Valle.
Ora non resta che fare di necessita virtù, cercando di trarre il meglio possibile da questa riforma. Il nuovo organismo intermedio non fallirà nella misura in cui saprà incidere nella pianificazione e gestione delle risorse strategiche del territorio (acque in primis) e saprà rivendicare una qualche forma di autonomia con cui salvaguardare democrazia e identità. La cosa non appare semplice per un organismo non legittimato dal voto popolare, m questo è quanto si deve auspicare ed è l’augurio che esprimiamo a coloro che saranno chiamati a guidare il nuovo ente.
Associazione Valtellina nel futuro
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