“Porterò subito all’attenzione della Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Svizzera la questione dell’Interreg, chiedendo una seduta urgente congiuntamente alla I Commissione Bilancio”, lo fa sapere Luca Gaffuri, consigliere regionale del Pd, dopo la notizia che la Confederazione elvetica si sta tirando indietro rispetto al programma di cooperazione transfrontaliera e lo Stato italiano ha per questo bloccato l’iter.
Dopo che le resistenze elvetiche al rinnovo dell’Interreg, sono state denunciate dal delegato della Camera di commercio italiana per il Canton Ticino, Gaffuri conferma “che anche la Regione è informata del fatto che il nuovo programma attualmente è bloccato. Il motivo del contendere è l’impegno finanziario. In questo momento, da parte dell’Italia, quindi della Ue, è di circa 100 milioni di euro; da parte Svizzera di circa 7. L’Europa ha chiesto ragione dello squilibrio e la Confederazione ha risposto che il suo interesse attuale va ad altre iniziative e che comunque possono aumentare l’impegno nell’Interreg sino alla cifra massima di 10 milioni. Questo rende irricevibile la proposta di nuovo Interreg da parte dello Stato italiano che, di conseguenza, non ha presentato la proposta alla Ue entro il termine prescritto, scaduto il 22 settembre”, racconta Gaffuri.
E aggiunge che i più “freddi verso il rinnovo dell’accordo sono stati sicuramente i ticinesi, ma in generale la Svizzera pare essere sempre meno propensa a questo genere di cooperazione con l’Italia”. E se l’atteggiamento è rivolto verso tutte le regioni, è vero che “il Piemonte può attivarsi in progetti con la Francia, mentre la Provincia di Bolzano con l’Austria. Ma la Lombardia perde completamente i 60 milioni di euro di risorse che si presumevano disponibili sul territorio grazie al nuovo Interreg e non ha altri partner”, sottolinea Gaffuri.
Svizzera contro resto del mondo? “No – fa presente il consigliere Pd –, perché con la Francia continua a mantenere ottimi rapporti, visto che mette 60 milioni di euro a fronte degli 80 che vengono dall’altro lato del confine. Il problema è proprio con l’Italia. E ha a che fare esplicitamente con i rapporti bilaterali e gli accordi che dovrebbero essere rinnovati a breve”.
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