Periodo ricco di impegni e soddisfazioni per l'artista tiranese Anna Galanga, affaccendata a preparare varie esposizioni che si svolgeranno da aprile ad ottobre.
L'evento sicuramente più importante è stata la partecipazione, a fine marzo alla, Biennale del MEAM, (Museo Europeo d'Arte Moderna) a Barcellona. Qui la pittrice ha ricevuto un testo critico da parte di Josè Dalì, figlio del surrealista Salvador Dalì.
Esiguo il numero degli artisti internazionali selezionati e partecipanti (circa duecento in tutto), compresi i pochi italiani. Molto rigida è risultata anche la selezione delle opere per questa Biennale particolarmente prestigiosa e di elevato livello, in una città d'Arte, una delle più importanti nel panorama europeo.
"L'incontro con Josè Van Roy Dalì - racconta Anna Galanga - è stato amichevole, entusiasmante e chiarificatore. Ci siamo reciprocamente raccontati, con simpatia e ironia, come se ci fossimo da sempre conosciuti. Abituato alle grandi feste e ai personaggi di spicco, Josè Dalì si è concesso con grande spontaneità e sincerità all'intervista nonostante tutti avessero desiderio di incontrarlo nella grande confusione dell'evento. Più tardi ci è piaciuto ripercorre date, aneddoti e confrontarci nei ricordi.
Indimenticabile per me - aggiunge l'artista - il 1978 quando, ancora studente, à l'Ecole des Beaux Arts di Parigi, presso il Centre Pompidou, ebbi il privilegio di incontrare suo padre Salvador, il grande, sublime artista, che mi ha ipnotizzata con il suo sguardo magnetico e mi ha ispirato il percorso artistico, legato al mito consolatore della bellezza ideale come concezione della vita e del mondo. Abbiamo sorriso di questo e di altri piacevolmente provocatori e a volte irriverenti episodi. Ci siamo lasciati con un "Arrivederci, a Palermo".
Così si è espresso Josè Van Roy Dalì in merito al dipinto Noli me tangere, di Anna Galanga, opera esposta al MEAM di Barcellona.
Opera di ottima valida bellezza, che evoca momenti storici lontani e pieni di passione per la vita e le umane cose. Sono racconti di un’epoca spesso celebrata dalla letteratura e dalla poesia, spesso vista come un’età dell’oro dell’umanità che il valido pennello dell’artista Anna Galanga riesce a sottrarre al flusso del tempo per farla diventare visione pittorica. Una tavolozza istintiva, ricca e preziosa nella sua luce gentile dona velocità e dinamismo ai personaggi vivificandone l’operato e le azioni in un formidabile trionfo di emozioni condivise con il fruitore con inaspettata spontaneità. Quella di Anna Galanga è una rara capacità di materializzare sul supporto esperienze, cultura, sentimenti e di indagare sul rapporto tra arte antica e moderna. La cromia delicata e luminosa fa si che l’arte si vesta di puro lirismo conducendo l’osservatore verso nuovi universi interpretativi.
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