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giovedì 23 aprile 2015

POSTE NEL CAOS: "NON SI ESCLUDONO SCIOPERI GENERALI"

Dopo la chiusura negativa del confronto con l’azienda e l’assoluta mancanza di risposte ai molti problemi evidenziati con l’apertura del conflitto di lavoro, siamo in presenza di una insostenibile condizione operativa in ambito MP (Banco Posta e Uffici Postali) che ha raggiunto livelli di criticità tali da risultare non più sopportabili, con un’azienda ferma e paralizzata da circa un anno.
Le carenze di personale negli uffici postali con innumerevoli postazioni vuote, i distacchi e le trasferte sempre maggiori, le convocazioni per corsi di formazione e per svariati altri motivi oltre l’orario d’obbligo, l’aumento dei tempi di attesa in coda e le improvvise immotivate quotidiane chiusure di uffici -soprattutto nei piccoli comuni- sono la evidente dimostrazione di una diffusa carenza strutturale negli organici alla quale l’azienda intende in parte sopperire con chiusure e razionalizzazioni di uffici, peraltro momentaneamente sospese in seguito alle azioni sindacali ed alle forti contestazioni dei sindaci e delle popolazione delle comunità coinvolte.
Le 600 unità fuoruscite in Lombardia per pensionamenti ed esodi incentivati negli ultimi 2 anni non rimpiazzate (nei prossimi 2 anni sono previste altrettante fuoruscite), ed i mancati passaggi degli attuali circa 200 part-time a full-time hanno creato una condizione di disagio e demotivazione fra il personale che, nonostante la buona volontà ed il senso di responsabilità degli incolpevoli dipendenti, non riescono più a servire in maniera adeguata i cittadini e le imprese.
Nei primi mesi del 2015 si sono già registrate circa 70 fuoruscite di personale e delle 8.000 assunzioni propagandate dall’AD nel Piano d’Impresa, nel 2015 ne sarebbero previste in Lombardia solo un ventina, però nelle sole attività commerciali e non di sportellisti dove si registrano le maggiori carenze di personale con difficoltà nell’offerta dei servizi. A ciò vanno aggiunte le diffuse carenze nella sicurezza e tutela della salute negli ambienti di lavoro, spesso persino nemmeno tanto puliti e con scarse manutenzioni per risparmiare sui costi.
Una politica così spinta di risparmio sui costi attuata con tagli di personale e perdita di qualità in tutti i servizi, chiusure di uffici ed abbandono del presidio nei piccoli comuni e in territori già disagiati per la carenza di servizi ed infrastrutture, non è accettabile se attuata da un’azienda a totale capitale pubblico che da 12 anni produce consistenti utili di bilancio e che sta per quotarsi in Borsa.
Le OO.SS. Regionali di fronte al perdurare dell’insensibilità aziendale anche dopo i sit-in nelle piazze delle città ed alle assemblee nei luoghi di lavoro, non escludono la successiva proclamazione dello sciopero generale con chiusura di tutti gli uffici postali della regione.
Antonio Rizzo
Segretario Territoriale Cisl Slp Sondrio

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