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mercoledì 6 maggio 2015

"GRANDE GROSIO": I DUBBI DI LEGAMBIENTE

Eisackwerk è una S.R.L. con sede a Bolzano. Dal suo sito si legge che è una “società attiva, dal 2005, nel settore dello sviluppo, realizzazione e gestione d’impianti idroelettrici. L’ambizione di Eisackwerk è di realizzare impianti di produzione efficienti, sicuri e compatibili con l’ambiente e il paesaggio; l’etica aziendale prevede che sicurezza e ambiente siano sempre anteposti al profitto”.
Negli ultimi anni ha presentato istanze di concessione di derivazione ad uso idroelettrico per complessivi 1.000 Megawatt. Il 30 settembre 2014 ha presentato negli uffici della Provincia di Sondrio il progetto “GRANDE GROSIO”, per una potenza che si avvicina ai 150 Megawatt e una portata delle condotte di 80 m3 al secondo. L’acqua turbinata è quella che attualmente viene utilizzata nelle centrali A2A di Grosio, Grosotto, Lovero e Stazzona, che dovrebbero essere chiuse.
Una unica nuova centrale sostituisce le quattro dismesse: è costruita ad una profondità di circa 200 m dal suolo, vicino al Roasco a Grosotto. Dopo essere state turbinate le acque provenienti dalla Valgrosina e dalla zona di Sondalo vengono poi immesse in un grosso canale di scarico che, a pelo libero, le porta da Grosotto a Stazzona, dove vengono restituite all’Adda.
Nel corso del mese di aprile 2015 Legambiente ha letto i documenti di progetto e ha fatto qualche riflessione, raccogliendole nelle sue prime osservazioni. Volentieri seguiremo l’evoluzione del tema e valuteremo la possibilità di integrare e completare le nostre osservazioni, intese come contributo per una corretto percorso decisionale che presenta parecchie complessità.
Gli scenari della produzione idroelettrica presentano novità e maggiori incertezze rispetto al passato. Non sono in gioco solo gli aspetti energetici, con le nuove dinamiche della borsa dell’energia: pesa anche l’incertezza politica ed istituzionale. Lo sguardo sui prossimi decenni deve tenere presente anche i condizionamenti del cambiamento climatico per gli effetti che modificano il ciclo delle acque sulle Alpi: in una montagna senza ghiacciai potrebbero essere pensati, molto più di oggi, impianti di ripompaggio.
Stiamo osservando come il nuovo ente Provincia viva una fase di estrema debolezza perfino nella gestione degli affari ordinari. Non è pienamente credibile che riesca ad affrontare con la necessaria forza i grandi competitori nella partita del rinnovo delle grandi concessioni idroelettriche. In questo contesto riesce difficile immaginare anche un buon esito per la scommessa dell’autonomia locale che punta ad ottenere le risorse necessarie per il suo funzionamento dal settore idroelettrico.
Naturalmente, mentre si aspettano i risultati del trasferimento di competenze dalla Regione Lombardia alla Provincia, gli imprenditori si mettono al lavoro e preparano i progetti che gli uffici competenti si trovano a gestire in una fase di vuoto normativo. Siamo infatti in attesa dei decreti attuativi che dovranno regolare l’attribuzione delle concessioni in scadenza tramite bando pubblico. Non è chiaro se, nel frattempo, si debba ancora fare riferimento alla normativa del 1933.
In questo quadro il progetto Grande Grosio si presenta con la promessa di un aumento della quantità di energia prodotta accompagnata da benefici ambientali su un lungo tratto del fiume Adda. A tutto questo, ovviamente, Legambiente dà molta attenzione. È inoltre implicito un interesse per l’importante stimolo all’economia locale che la realizzazione delle opere potrebbe dare. Anche se meno pressante nelle priorità di Legambiente, una spesa di quasi 700 milioni di euro è un elemento che la collettività considererà.
Dalla consultazione dei documenti resi pubblici Legambiente ricava le informazioni che consentono di capire che cosa si vuole realizzare; i dati non forniscono però un quadro adeguato per quanto riguarda gli impatti in fase di cantiere e a regime. Inoltre la valutazione dei benefici ottenibili dalla realizzazione della “Grande Grosio” è condizionata dalla presenza di alcune debolezze nella documentazione disponibile.
Grande Grosio_progetto derivazione
OSSERVAZIONE 1 – CHIARIMENTI SULLA PROCEDURA
Non è chiaro a quale procedura si debba fare riferimento per l’iter decisionale. Per impianti di potenza come quello del progetto Grande Grosio, nonostante un vuoto nella normativa che dovrà regolamentare l’applicazione della Legge sulle concessioni idroelettriche, si immagina sia necessaria una procedura di bando pubblico. Si chiede pertanto di chiarire quale sia la procedura che si intende adottare.
OSSERVAZIONE 2 – OPERE ED IMPIANTI IDROELETTRICI ESISTENTI, FASE DI GESTIONE
Dal momento che il progetto si inserisce in un bacino che non è libero da opere idroelettriche, si ritiene che anche in questa fase sia necessario avere informazioni sulle relazioni tra il gestore della nuova centrale e il gestore degli impianti che sono collocati a monte. Senza queste indicazioni la producibilità della centrale Grande Grosio è condizionata alle decisioni di altri gestori. Si chiedono chiarimenti in merito alla modalità di raccordo tra la gestione del nuovo impianto e quelli esistenti a monte.
OSSERVAZIONE 3 – OPERE ESISTENTI, FASE DI AUTORIZZAZIONE E REALIZZAZIONE
A fianco alla richiesta di nuova concessione sembra logico considerare quantomeno l’ipotesi di una richiesta di indennizzo da parte della società proprietaria delle opere che dovrebbero essere dismesse. Inoltre, ipotizzando uno smantellamento totale o parziale delle opere, ad esempio per la traversa di Sernio o delle vasche di Grosotto, per una adeguata valutazione dei benefici ambientali si deve pensare fin da ora ad una modalità di intervento e copertura dei costi. Si chiede quale siano le previsioni rispetto alla dismissione e smantellamento delle opere rese inutilizzabili dalla realizzazione del progetto Grande Grosio.
OSSERVAZIONE 4 – REALIZZAZIONE DEL CANALE DI SCARICO
Il progetto prevede la realizzazione di diverse opere, per alcune delle quali si presentano potenziali impatti, non certo trascurabili. Dopo il passaggio nelle turbine della centrale, le acque scorrono in un grosso canale di scarico (8 m di diametro) per il tratto Grosotto-Stazzona. La realizzazione di questo canale ha potenzialmente il più grosso impatto ambientale.
Scorrendo alla quota di poco superiore ai 400 m il canale interseca la geologia dei depositi di fondovalle e della base dei versanti per un tratto dichiarato della lunghezza di 19 km, con possibili interferenze con la circolazione sotterranea. Sembra quantomeno necessario valutare questo aspetto, pur in maniera preliminare. Viene ad esempio da pensare all’interferenza ipotizzabile con il prelievo in falda della principale presa dell’acquedotto del Comune di Tirano, certamente da considerare in fase autorizzativa.
I dati della documentazione del progetto suggeriscono che lo scavo del canale porterà alla produzione di una ragguardevole quantità di smarino, che difficilmente si limiterà ad 1 milione di m3 come previsto nella descrizione delle opere di cantiere e che non si può essere certi di sistemare per intero nel riempimento delle vasche dismesse a Grosotto. Per questo sembra opportuno valutare con maggiore dettaglio anche in questa fase le soluzioni ipotizzate per i cantieri. Si chiede un approfondimento degli aspetti relativi alla realizzazione del canale di scarico.
OSSERVAZIONE 5 – DEFLUSSO MINIMO VITALE E QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI
Tra i benefici ambientali del progetto si annovera la disponibilità di un aumento del deflusso minimo vitale a valle di Sondalo. In particolare a valle della traversa di Sernio per il deflusso minimo garantito si prevede sostanzialmente un raddoppio della portata minima disponibile. I benefici di questo aumento sulla qualità complessiva del fiume potrebbero però essere condizionati dal peggioramento della qualità delle acque del fiume conseguente alla mancata diluizione con le portate turbinate nell’impianto di Lovero. Infatti l’impianto di Lovero sarebbe dismesso, mentre attualmente le acque che sono turbinate nelle sue macchine si mescolano con lo scorrimento superficiale nella traversa di Sernio, diluendo così gli inquinanti presenti nel deflusso presente in alveo. Si chiede un approfondimento di questi aspetti, anche ipotizzando una compensazione sul fronte del miglioramento del collettamento e depurazione delle acque di scarico nella zona interessata.
OSSERVAZIONE 6 – HYDROPEAKING
Rispetto ad altri impianti, quelli idroelettrici ad accumulo presentano il vantaggio della possibilità di regolazione. Questo aspetto caratterizza anche la centrale Grande Grosio, con i suoi quattro gruppi di produzione avrà la possibilità di modulare la potenza di esercizio più di quanto succeda ora con gli impianti esistenti, turbinando una portata di acqua fino a 80 m3/s. La regolazione produce come effetto inevitabile quello che viene definito hydropeaking, una variazione delle portate in alveo che ha anche ritmi giornalieri ed ha effetti ambientali negativi sulla qualità del fiume, oltre che sulla sicurezza per chi frequenta gli alvei. La documentazione di progetto dichiara che il lungo canale di scarico avrà un effetto di laminazione delle variazioni.
Data l’importanza degli effetti ambientali a valle del punto di rilascio delle acque, si chiede un approfondimento degli effetti dell’aumento dell’hydropeaking ed eventualmente la previsione di opere di mitigazione degli effetti della variazione di portate.
OSSERVAZIONE 7 – MIGLIORAMENTO E RISANAMENTO AMBIENTALE DEL BACINO.
La descrizione del progetto affronta il tema dei miglioramenti ambientali che interesseranno il bacino. Oltre all’aumento delle portate disponibili in alveo, si parla della dismissione di diverse opere. Sembra rilevante approfondire questi aspetti che, a fianco al miglioramento dell’efficienza nell’utilizzo dell’energia dell’acqua, possono fornire elementi utili alla positiva valutazione del progetto. Rispetto allo smantellamento della traversa di Sernio o all’utilizzo ai fini turistici dell’invaso di Valgrosina è necessario formulare argomentazioni più solide per le ipotesi avanzate, ad esempio compiendo una ricognizione sui vincoli esistenti. Anche in merito alla dismissione di infrastrutture per il trasporto di energia elettrica non sembra adeguato limitarsi a sostenere che lo smantellamento dovrà essere concordato con Terna; bisognerebbe dare solidità alle ipotesi quantomeno presentando le necessità e le soluzioni previste, anche per l’allacciamento della nuova centrale alla rete attuale ed gli eventuali adeguamenti necessari.
Si chiede un approfondimento del tema dello smantellamento delle opere esistenti e delle modalità e copertura dei costi.
OSSERVAZIONE 8 – INVESTIMENTI E BENEFICI
Le ipotesi avanzate dalla società proponente rendono il progetto interessante dal suo punto di vista, imprenditoriale. Questo giustifica un investimento che nel Piano Finanziario viene considerato pari a 681 milioni di €. L’interesse collettivo si deve appoggiare su valutazioni più ampie, con considerazioni energetiche, ambientali, sociali ed economiche. Lanciando la corsa della riassegnazione delle grandi concessioni, sembra che il progetto Grande Grosio trovi le istituzioni prive di un quadro di priorità. Negli scenari che si aprono per i prossimi decenni bisogna dare una collocazione ad settore di Grosio nel quadro della ridefinizione delle concessioni di tutta l’area. Il progetto Grande Grosio offre un aumento del numero di kWh prodotti, un aumento della potenza dell’impianto, un aumento del deflusso minimo in alveo per un tratto del corso del fiume Adda. In occasione del rinnovo delle concessioni è però opportuno definire obiettivi di livello più ampio e non analizzare singoli segmenti del bacino. L’arrivo di altri progetti porta ad esempio in primo piano il tema dell’accettabilità del progetto “Grande Grosio” in confronto con altre proposte e con le future necessità.
Si chiede pertanto che nella valutazione della domanda si tenga conto del quadro complessivo della produzione idroelettrica della zona, definendo gli obiettivi da dare al settore per la sezione interessata dal progetto.
Legambiente Valtellina

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