Lasciata la Chiesetta dell’Addolorata si attraversa la
statale N°38, con il sottopasso, che divide il centro storico in due, e
si riprende l’antica strada principale che oggi si chiama via Luigi
Torelli, girando a sinistra venendo da via di porta milanese... (Di
Michele Falciani)
Sulla sinistra e sulla destra, si possono ammirare
facciate con particolari architettonici di sapore medioevale e dopo una
bottega “a elle rovesciata”, molto abbandonata e appartenuta un tempo ad
un fabbro, appare, sull’arco di un portale con un datato portone in
legno un antichissimo affresco rappresentante Cristo crocifisso tra
Maria San Giovanni e in basso la Maddalena.
L’affresco in via Torelli può essere considerato per la città di Tirano unico e forse anche uno dei più antichi.
E’
ubicato sopra un portale arcuato al numero 7 che sicuramente dava
accesso ad una corte. La numerazione recente (7) è stata applicata su
una precedente scritta dipinta che recita
SEGUE NUM. INTERNA. A
mio parere si potrebbero lasciare le scritte che al tempo si
dipingevano e porre a lato il nuovo numero; a volte anche nuove targhe
di strade coprono scritte più antiche dipinte.
Porta bottega Finestrella contornata di sassi
L’affresco
appena sopra l’arco, lambisce il davanzale in sasso verde ben sagomato
della finestra. La finestra con persiana in legno scuro è contornata da
tre sassi in pietra verde. Ai due lati una decorazione a graffito, con
quadrati bianchi e neri alternati, la ingentiliscono e completano la
facciata della casa che nella parte alta presenta tre finestrelle
quadrate con davanzale e contorni di pietra non lavorata, una murata.
L’opera
si colloca tra i dolori di Maria di via Trivigno e il Cristo morto
sulla casa di fronte, più avanti, sempre nella via Torelli.
Per
questo motivo l’affresco votivo, collegato al precedente e al successivo
non dovrebbe essere staccato, ma conservato nel suo sito originario con
tutta la cornice e la parete di interesse storico e artistico notevole.
Ma anche perché legato alla casa e alla sua storia.
L’autore come sempre è ignoto, ma lo stile pittorico lo accomuna al
dipinto di vicolo Leonardo Da Vinci e le citazioni bibliche denotano
buone conoscenze. La composizione colloca al centro il Cristo in croce, a
sinistra Maria madre di Gesù, a destra San Giovanni e in basso tra la
croce e Giovanni, anche se poco leggibile, la Maddalena. Elementi di
paesaggio costruito e naturale in basso a sinistra e a destra. Cielo al
tramonto con sassi nuvole. Secoli di polvere offuscano il tutto e un
buon restauro aiuterebbe a leggere meglio i soggetti e i colori.
Il soggetto è unico nel panorama dell’iconografia del tiranese. Antiche crocifissioni si trovano a Sondalo e a Bormio.
Una
cornice ocra più larga ai lati, ha motivi floreali stilizzati in rosso e
azzurro e circonda la scena. In alto si intravedono, più nitidi a
sinistra che a destra dei festoni grigi con fiori e bacche rossastre. In
alto a sinistra, appena sotto il davanzale, poco leggibili delle
lettere.
L’affresco presenta una crepa diagonale causata da un più
antico assestamento del muro, prima che fosse fatto l’affresco. Lo si
evince anche dal fatto che il pezzo di davanzale abbassatosi fu
livellato con cemento e che l’affresco è stato adattato. Lungo la crepa
diversi distacchi mettono a nudo il muro di sassi. Nella parte bassa la
lacuna porta via alla vista una buona fetta di dipinto e un personaggio
sotto la croce. Si potrebbe congetturare che sia stato dipinto per
proteggere la casa da danni peggiori.
Cristo è
inchiodato alla croce, dalle sue mani e lungo le braccia scende copioso
il sangue che pare raccolto da una figura angelica che regge una grande
coppa marrone a forma di uovo, che va a perdersi nelle forti nuvole con
chiari e scuri da sembrare sassi. In alto si vede appena la scritta
INRI. Il capo è rivolto a sinistra e leggermente piegato sulla spalla. I
capelli, castani come la barba, scendono in modo poco realistico sulle
spalle. Le palpebre chiuse sono sottolineate da un tocco di colore
bianco. Peccato che uno sfregio attraversi il volto. La bocca è
semiaperta.Il corpo ha i colori caldi giallo e rosso uniti al bianco. Le
sfumature sono molto forti. I colori sembrano distesi sulla superficie
fresca con sicurezza e senza un disegno inciso sull’intonaco. Un drappo
bianco con contorni in grigio copre le nudità. La tradizione vorrebbe
che la Madonna abbia portato il drappo per coprire le nudità del figlio.
Il sole e la luna compaiono spesso nelle raffigurazioni
della crocifissione fino al 1500, ricordano che l’avvenimento ha una
portata cosmica e si espande in un tempo senza confini. Hanno una
precisa allusione al Vangelo di Luca, (Lc 24,45) che dice: «obscuratus
est sol» nel momento della morte di Cristo, che riprende Amos 8,9
“Avverrà in quel giorno che io farò oscurare il sole in pieno giorno”,
ma potrebbero anche stringere un nesso con certe iconografie più
antiche, pagane, proprio di area siriaca, che accompagnano la
raffigurazione di alcune divinità, come Serapide o Iupiter
Heliopolitanus o Mitra, divinità legate al culto del sole, culto dal
quale il cristianesimo recupera molti elementi, vedi il concetto di
Cristo come Sol invictus.
Ingrandendo la foto, sotto la mano
destra il sole con un volto umano (maschile) a sinistra la luna
crescente di profilo (femminile). La luna che diventa rossa manifesta i
segni cosmici legati al Giudizio Finale di cui la Crocifissione è già
un’epifania: “Il sole si oscurerà e la luna perderà il suo
splendore…allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo” (Mt
24,29-30).
Sole antropomorfo sotto il braccio destro Luna di profilo sotto il braccio sinistro
Maria ,sul
lato sinistro della composizione e alla destra del figlio, si mostra a
noi raccolta nel suo dolore, che in mancanza della parte centrale del
volto, si evince dalle braccia che trattengono il mantello azzurro
arruffato sul ventre, quasi a ricordare il figlio portato nel ventre, e
le mani unite con le dita intrecciate. La veste è rosa carminio, le
pennellate sono energiche e decise e costruiscono contorni e ombre
drammatiche. Il mantello è azzurro con pieghe contornate molto scure. I
suoi piedi nudi poggiano sulla terra verde. Subito a lato una pianta
dello stesso colore su uno sfondo ocra di colline e una città orientale
lontana, colmano la composizione. Il cielo si sfuma di giallo rosa e
grigi azzurri,e in alto sassi rotolanti (alludono forse al terremoto) al
posto delle nuvole.
Maddalena sotto la croce con
il volto rivolto al Cristo ha i capelli sciolti sulle spalle poggianti
su una veste rossa si percepisce il braccio destro con la mano vicino al
volto. Di questo personaggio rimane molto poco e solo un intervento di
consolidamento può scongiurare la perdita ulteriore di parti dipinte.
San Giovanni è
subito dietro la Maddalena a destra. Il volto ha lineamenti aggraziati ,
capelli castani e ondulati con lo sguardo rivolto verso la terra. Il
corpo sembra avvolto in una danza sottolineata dal mantello che dalle
spalle cade si unisce sul petto e si arrotola gonfiandosi lungo le
braccia fino a fermarsi come onda sulla nuda terra. Le pieghe della
tunica bianca hanno sfumature azzurre e il mantello rosa-rosso è ben
delineato da un forte contorno. I colori sono dilavati dalle pioggie
come tutta la parte destra dell’affresco. Ben leggibile il piede
sinistro nudo e ben saldo sulla terra. Intorno al suo capo una linea
chiara come aureola e nuvole pesanti come macigni nello sfondo.
Mi
auguro che l’affresco sia al più presto consolidato per evitare
ulteriori distacchi e con la facciata, oltre a essere oggetto di
restauro conservativo in sito, vengano approfonditi dagli storici
locali.
dal "Dizionario dei soggetti e dei simboli nell'arte" di James Hall:
«Il
sole e la luna ai due lati della croce sono elemento ricorrente nelle
crocifissioni medievali. Essi sopravvissero fino al primo Rinascimento,
ma sono rari dopo il XV secolo. La loro origine è antica. Sole e luna
erano tradizionalmente presenti nell'iconografia delle divinità solari
della Persia e della Grecia, e tale consuetudine si mantenne in epoca
romana sulle monete recanti le effigi degli imperatori. Sembra che
questa convenzione iconografica sia riuscita a penetrare nell'arte
cristiana primitiva tramite la festività del Natale, sovrappostasi a una
festa pagana che celebrava la rinascita del sole. Molto tempo prima
delle più antiche raffigurazioni della Crocifissione, il sole e la luna
comparivano in altri temi cristiani: il Battesimo, il Buon Pastore e la
Maestà di Cristo. Quando si iniziò a raffigurare il Cristo in croce
parve che un appropriato inserimento dei due simboli fosse già
ratificato dalle scritture e dai teologi. I vangeli sinottici raccontano
che verso mezzogiorno si fece buio su tutta la terra fino alle tre del
pomeriggio. L'eclisse poteva essere semplicemente un segno del lutto dei
cieli per la morte del Redentore; ma più specificatamente, secondo
Agostino, il sole e la luna rivelavano il rapporto di prefigurazione che
unisce i due Testamenti: l'Antico (la luna) si poteva comprendere solo
alla luce del Nuovo (il sole). Negli esempi medievali, il sole e la luna
possono essere rappresentati secondo la tipologia antica: il sole come
figura maschile che guida una quadriga, la luna come figura femminile
che conduce un carro di buoi, ciascuno all'interno di un disco
circolare. Oppure il sole è rappresentato semplicemente da un busto
maschile con un alone luminoso, e la luna da un busto femminile con il
crescente lunare che contraddistingue Diana. Più tardi si riducono a due
semplici dischi (in quello della luna può essere inscritto il crescente
lunare) e a volte sono sorretti da angeli. Il sole compare alla destra
di Cristo, la luna alla sua sinistra.»
Michele Falciani