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domenica 10 maggio 2015

MESSA IN SUFFRAGIO DI MUSSOLINI: "COLPEVOLE SILENZIO DELLE ISTITUZIONI"

Anche quest’anno, come ritualmente si ripete da anni, assistiamo ad una intollerabile dimostrazione pubblica da parte di gruppi fascisti che avvelenano e offendono la nostra provincia e il nostro paese: mercoledì 6 maggio la ‘Federazione nazionale e combattenti Repubblica Sociale Italiana’ ha diffuso e affisso per la città i manifesti che pubblicizzano la messa ‘in suffragio di Benito Mussolini’ celebrata il 9 maggio presso il cimitero di Sondrio, da Giulio Tam, prete lefebvriano che nel 2009 si candidò alle Elezioni Europee nelle liste del partito nazi-fascista Forza Nuova e che da anni è noto a tutta la stampa italiana per le sue esternazioni e per la sua partecipazione organica alle iniziative promosse da gruppi dell’estrema destra italiana.
Da anni assistiamo inermi e paralizzati all’ indifferenza e al lassismo delle istituzioni che consentono il proseguimento di questi squallidi rituali che infangano il valore fondante di cui la nostra Costituzione è sigillo e su cui la nostra Repubblica è sorta: l’antifascismo. In questi anni di revisionismo e ‘rovescismo’ (come gli storici hanno definito l’attuale tendenza ad infangare la storia della lotta partigiana e del movimento di Liberazione Nazionale criminalizzando e riabilitando la storia del fascismo sconfitto), riteniamo che si debba reagire puntualmente e con durezza dinanzi all’ignavia e al colpevole silenzio della Giunta comunale, della Provincia e del Consiglio Regionale, di tutte le Istituzioni che dovrebbero salvaguardare e concretizzare i valori della nostra Costituzione.
Proprio quest’anno, in occasione del 70° anniversario della Liberazione, in alleanza con la cittadinanza che non ha mai smesso di mantenere viva e trasmettere la memoria collettiva, praticando nella quotidianità i valori e gli ideali che la Resistenza ha consegnato ad ognuno di noi, ci siamo riproposti di dare vita ad una Rete Antifascista, che non si inquadra in una logica di partito o di movimento politico ma che ha l’intento di aggregare i numerosi cittadini da sempre convinti che l’antifascismo sia un vivo ideale da incarnare ed esercitare nella prassi e non un valore formale imbrigliato e cristallizzato in una retorica celebrativa.
Ci siamo attivati organizzando il 14 marzo a Sondrio un’azione di denuncia e boicottaggio della presenza in piazza di Forza Nuova e l’ 11 aprile a Chiavenna organizzando un presidio per manifestare contro il raduno di estrema destra organizzato da sedicenti "associazioni sportive" legate agli estremisti di Casapound e Lealtà-Azione. Siamo convinti che il nostro impegno debba proseguire con tenacia, per sensibilizzare la cittadinanza e creare un ampio fronte che contrasti ogni forma di apologia di fascismo (reato spesso impunito, contravvenendo alla legge del 20.06.1952 n. 645, detta legge Scelba), di razzismo e di xenofobia.
Ci sentiamo in dovere di raccogliere il dissenso dei cittadini diffondendo e invitando a firmare una petizione pubblica, con la speranza che mai più venga ripetuta questa intollerabile manifestazione che ogni anno infanga il capoluogo della nostra Provincia, Provincia onorata alla Medaglia d’Argento per la Resistenza, e affinché venga denunciata con forza e posta al centro del dibattito pubblico questa nefandezza da sempre oscurata, insabbiata, sottaciuta e assecondata.
Rete Antifascista Sondrio

Capetti Pino

Capetti Pino

Nocetti Romeo

Nocetti Romeo

CINEMA MIGNON TIRANO: "I 7 NANI"

Sabato 9 e domenica 10 maggio alle ore 16.00, presso il Cinema Mignon di Tirano verrà proiettato il cartone animato "I 7 nani".
TRAMA
Bobo è un giovane nano, che come tutti i più piccoli non sa allacciarsi le scarpe ed è piuttosto impacciato. Il suo essere maldestro causa il peggior guaio della storia del regno: la principessa Rose si punge con il fuso e cade in un sonno profondo. Toccherà a Bobo e agli altri nani tentare di rimediare al danno e risvegliare Rose.

LATTERIA SOCIALE VALTELLINA: BILANCIO DA RECORD E VENDITE IN AUMENTO

Un fatturato che per la prima volta ha superato i 30 milioni di euro, 34 milioni di litri di latte lavorato, il primo posto nella produzione di Valtellina Casera e di Bitto, 104 dipendenti, di cui 90 a tempo indeterminato, 112 aziende agricole conferent. Il freddo linguaggio dei numeri, risultato del lavoro svolto dalla Latteria Sociale Valtellina nell’anno appena trascorso, riscalda il cuore degli allevatori, infonde loro la speranza di crescere e di prosperare.
Mentre sui tavoli nazionali si discute di un prezzo del latte che continua a calare, nubi fitte si addensano su un settore atteso dai contraccolpi della fine del regime delle quote latte che pone molti, troppi interrogativi. Al chiuso delle nostre montagne, dove fare agricoltura e allevamento è più difficile e più costoso, alle prese con costi di gestione che aumentano, gli allevatori sanno di essere protetti da un sistema cooperativistico in salute, che meglio di altri ha retto la crisi, e di poter contare sull’eccellenza di formaggi quali il Valtellina Casera e il Bitto, apprezzati dai consumatori, che assicurano un’equa remunerazione del latte.
«Il nostro obiettivo è quello di crescere e di allargare il mercato per continuare ad assicurare la giusta remunerazione del latte ai nostri allevatori, che permetta alle aziende di fronteggiare un contesto sempre più difficile - spiega il presidente Armando Acquistapace -. Fare sempre meglio, proseguendo sulla strada intrapresa quasi trent’anni fa, per accogliere nuovi conferenti, chi è in difficoltà perché vende il latte ad aziende di fuori provincia e vorrebbe lavorare con noi. Questo è la spirito che anima il sistema cooperativistico, ciò che ci distingue dalle aziende che perseguono il solo fine di lucro. È ciò che vogliamo più di tutto: essere sempre più forti per assicurare un futuro al settore zootecnico provinciale e per aiutare altri allevatori».
Qualcosa di più di un concetto astratto, una progettualità già messa in pratica nel 2011 che ha accompagnato l’operazione di integrazione di Colavev Valtellina che, senza l’intervento della Latteria Sociale Valtellina, avrebbe continuato a beneficiare di una remunerazione della materia prima non all’altezza dei bisogni del nostro sistema di aziende agricole. «Impensabile continuare l’attività per un’azienda di montagna che sopporta costi di gestione molto più alti rispetto alla pianura, quando il latte è pagato così poco - aggiunge il presidente Acquistapace -.
I conferenti di Colavev ce lo hanno detto: senza il nostro intervento molte aziende avrebbero chiuso». Dopo un aumento costante, una media del 5% annuo a partire dal 2005, nel 2013, con l’integrazione di Colavev, il latte conferito è aumentato del 66%, passando da quasi 20 milioni di litri a oltre 32. Negli ultimi dieci anni la Latteria Sociale Valtellina, grazie a dati di bilancio in continua crescita, a una gestione aziendale oculata, a una strategia improntata sull’efficacia e sull’efficienza, ha pagato il latte il 26,5% in più rispetto al prezzo medio regionale. Qualcosa come 17,5 milioni di euro in più assicurati agli allevatori locali rispetto ai colleghi della pianura: è facile sentirsi al riparo. La provincia di Sondrio può essere considerata un’isola felice, lo sono la Latteria Sociale Valtellina e il sistema cooperativistico, del quale è il principale interprete.
Il 2014 si è chiuso con un fatturato di oltre 30 milioni di euro, il 5% in più rispetto all’anno precedente, soprattutto dopo aver portato a compimento il progetto di aggregazione con la cooperativa di Postalesio avviato nel 2011. La Latteria Sociale Valtellina ha 104 dipendenti, di cui 90 a tempo indeterminato. L’anno scorso ha raccolto oltre 34 milioni di litri di latte (circa il 70% di quello di Valtellina e Valchiavenna) da 112 aziende agricole su un territorio che copre l’intera provincia di Sondrio, dalla Valchiavenna all’Alta Valle, le zone limitrofe delle province di Lecco e Como e i comuni di Carlazzo e Porlezza.

SONDALO, STUDENTI IN VISITA ALLE CENTRALI DI BISSI HOLDING

Hanno visitato la centrale idroelettrica di Rezzalasco, situata nel comune di Sondalo, per conoscere da vicino come avviene la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Sono i ragazzi della Scuola Secondaria di Primo Grado di Sondalo e di Valfurva che, accompagnati dai loro insegnanti, hanno visitato il cuore di una centrale, esattamente dove l’acqua si trasforma in energia.
“I ragazzi hanno apprezzato molto la visita, hanno colto la parte essenziale e per loro è stata un’opportunità didattica importante. Poter vedere da vicino come funziona tutto quello che hanno studiato nella teoria sui libri, capire come fonti naturali si trasformano nell’energia che gli permette di accendere il computer o la luce della loro camera è un’esperienza diretta che vale molto per loro. Uno degli aspetti che gli ha colpiti di più è stato il lato ingegneristico e innovativo che si nasconde dietro la produzione di energia elettrica” spiega Alex Bombardieri, professore della Scuola Secondaria di Primo Grado di Valfurva.
Poter vedere quello che hanno studiato sui libri completa il percorso didattico che hanno affrontato in Tecnologia, ma ad averli colpiti è stato anche il lato umano emerso dal confronto con Marco Bissi. Capire i sacrifici di un imprenditore e le ore di lavoro che si nascondo dietro ad ogni obiettivo li ha aiutati a elaborare la fondamentale importanza dell’impegno personale” continua Michela Di Stefano, vicepreside della Scuola Secondaria di Primo Grado di Sondalo.
“Aprire le porte di una centrale idroelettrica e dare ai ragazzi che lo desiderano l’opportunità di conoscere da vicino la materia è per noi un grande piacere. Non solo perché ci dicono che è un’importante occasione didattica, ma anche perché consente a noi, come società, di far conoscere il nostro mestiere, l’aspetto più ingegneristico della produzione di energia da fonti rinnovabili richiede, ma allo stesso tempo l’attenzione all’ambiente che questa strada offre rispetto alla produzione di energia da combustibili fossili” dichiara Marco Bissi, presidente della Holding.
La visita si collega al primo Concorso Bissi Holding, ‘Energia verde un bene di tutti’, grazie al quale la società ha offerti ai ragazzi un’occasione per approfondire tematiche importanti quali la sostenibilità e la salvaguardia dell'ambiente, il mondo delle energie rinnovabili, ma soprattutto il risparmio energetico, la prima e vera forma di energia. Un appello che è stato accolto con grande entusiasmo: “I ragazzi dovevano realizzare un manifesto in cui loro stessi, con le loro idee, dovevano promuovere il risparmio energetico. Abbiamo ricevuto tantissimi cartelloni e tra pochi giorni si riunirà la giuria: credo che saremo in forte difficoltà nel scegliere i vincitori, perché tutti i manifesti hanno dato dimostrazione della grande creatività che i ragazzi hanno da esprimere” conclude il Presidente.

NUOVO TERREMOTO NELLA PRO LOCO DI TIRANO

Dopo le dimissioni dell'ex Presidente della Pro Loco di Tirano Simona Dalla Valle (dettate da una mancanza di tempo) e del consigliere Anna Radaelli, anche Italo Capelli ha deciso di lasciare l'incarico all'interno dell'associazione cittadina.
Il congedo di Capelli è stato annunciato attraverso una lettera (che riportiamo qui sotto) e inviato per conoscenza all'Amministrazione comunale. L'abbandono è dettato principalmente da tre motivi:
  1. la scarsa coesione del gruppo
  2. la decisione del direttivo di non presentarsi ad una riunione convocata dall'amministrazione comunale
  3. la poca trasparenza nella gestione dell'associazione.

 
Spettabile Consiglio Pro Loco,
dopo 6 mesi di partecipazione al Consiglio della stessa e dopo essermi speso per promuoverne l'attività ho preso la decisione, come altri che mi hanno preceduto, di rassegnare le mie dimissioni. Le ragioni sono diverse, a cominciare dalla scarsa coesione del gruppo direttivo e da un’impostazione che con il volontariato a favore della città a mio parere non ha nulla a che vedere.
Spesso nelle riunioni sento di non avere avuto libertà di esprimere i miei consigli o suggerimenti e sono stato spesso additato come rappresentante politico. Tengo a precisare che non sono iscritto ad alcun partito e che la mia collaborazione con la Pro Loco è stata dettata da pura volontà di partecipazione alle attività di una associazione che reputo dover essere al servizio della comunità.
In quanto tale ritengo che una Associazione Pro Loco debba lavorare in sintonia con l’Amministrazione che rappresenta la comunità tiranese. La decisione di non
presentarsi ad una riunione convocata dall' Amministrazione con la motivazione che “il Comune non c’entra nulla con la Pro Loco” (cosa che più volte è stata ribadita nei Consigli) non la condivido per niente essendo la Pro Loco uno strumento attraverso il quale si promuove il territorio. Per me Pro Loco significa lavorare per il luogo. E questo INDIPENDENTEMENTE da qualsiasi Amministrazione Comunale sia in carica, poichè a mio avviso si tratta anche di educazione e rispetto di una Istituzione che da anni è la maggior fonte di "foraggiamento economico".
Non condivido la linea che è stata presa dall'attuale Consiglio e non trovo più alcuna ragione di continuare la mia presenza all’interno di essa: se la Pro Loco sta diventando una libera associazione questo non rispecchia quello che credo sia lo spirito con il quale una Pro Loco deve operare. Questo specialmente quando si cerca di portare nuove proposte o chiedere chiarimenti sulla gestione del Parco degli Olmi.
Come potete vedere la presente sarà posta all'attenzione anche della Giunta Comunale, poiché la stessa, tomo a ribadire, ha sempre usato parte dei soldi pubblici (15.000 euro, Ndr) per sovvenzionare le varie attività, gli operai messi a disposizione, le strutture (palchi, transenne, etc.) e nei manifesti c'è il logo del Comune di Tirano.
Ringrazio per i mesi passati insieme e porgo i miei migliori saluti.
Italo Capelli

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