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martedì 31 agosto 2010

UN RICORDO IN ONORE DEL PARTIGIANO BRUNO SCILIRONI

Disperse sui monti nella Valle di Togno le ceneri di “Caligola”. La morte del Partigiano Bruno Scilironi, protagonista di pagine importanti della guerra di Liberazione. (Di Giorgio Gianoncelli)

E’ morto “Caligola”. “Caligola” alias Bruno Scilironi è morto nella giornata afosa di giovedì 15 luglio 2010 e le sue ceneri saranno disperse sui monti dove ha combattuto contro gli invasori.

“Caligola” è stato l’audace Vice Comandante Partigiano del raggruppamento del Monte Boirolo in Tresivio prima, con “Achille” – Alberto Pedrini – Comandante, poi, Comandante del Gruppo organizzato nel II Battaglione Sondrio sempre sul monte Boirolo di Tresivio e nell’inverno del 1945 chiamato ad operare in Val Grosina.

Nell’autunno del 1943 “Caligola” è salito in Boirolo con un gruppo di soldati sbandati, perlopiù provenienti dall’area di Spriana e su quel monte ha trovato un gruppo già organizzato dal Tenente Alberto Pedrini – “Achille” e dal Vice brigadiere in congedo della Guardia di Finanza Artemio Crapella – “Arturo”.

Personalmente ho conosciuto “Caligola” una sera del mese di settembre del 1944, io avevo nove anni, lui 20, era in compagnia di “Achille” ed erano in casa dei miei genitori e chiacchieravano alla fioca luce di una lampadina di dieci candele per ragione dell’oscuramento. Il mio giovane immaginario è stato subito colpito dalla giubba militare che indossava, da una grossa pistola
appesa alla cintola e da un lungo nervo che gli penzolava dal braccio destro.

Per un paio di mesi questi incontri avevano cadenza settimanale ed il motivo era che prelevavano delle sigarette e del tabacco per il reparto da loro guidato. La frequenza dei due Patrioti si è interrotta con l’aggressione al Gruppo di Boirolo e l’assedio di Tresivio nella mattina del 24 novembre 1944. Nello scontro a fuoco durato non più di 20 minuti sono caduti tre giovani
Partigiani mentre “Caligola” in ritirata portava in salvo un pugno di uomini rincorsi da un plotone scatenato di fascisti della “Monte Rosa”. Da quel giorno non ho più visto ne “Caligola” ne “Achille”, ma le loro ombre mi hanno seguito fino ad oggi, e quando in giovane età imparavo a giocare alla guerra sulle Navi d’Italia, mi apparivano ancòra più nitide e mi suggerivano che per la libertà di tutti si deve lottare e se necessario anche... giocare alla guerra.

Dopo la scomparsa di “Achille”, “Caligola” diventa Comandante ed è chiamato ad operare in Val Grosina e nella giornata del 28 aprile 1945, guida i resti del Gruppo di Boirolo rafforzato con altri uomini alla liberazione di Tirano. Sono loro, gli uomini di “Caligola” a sparare i primi colpi per stanare dalla torre di Tirano i resti di un fascismo già morto e di questo ne è testimone l’orologio della torre che ha ricevuto i primi colpi e da quel mattino ha fermato le lancette alle ore 05,55 del 28 aprile 1945, ora in cui ha inizio l’ultima battaglia per la totale Liberazione dell’Italia.

Ora anche “Caligola” è salito lungo i pascoli del cielo, se lassù ci sarà incontro, troverà “Achille” il Comandante, “Arturo” il Commissario, ma soprattutto “Armido”, “Franco” e “Giulio” i tre giovani che hanno bagnato i prati del monte Boirolo con il sangue della libertà. Onore a te, audace Partigiano d’Italia e buon cammino tra i verdi pascoli del cielo.

di Giorgio Gianoncelli

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