Se dovessimo usare la definizione standard si tratta del processo dicreazione di moneta da parte delle banche centrali al fine di acquistare, per esempio, titoli di stato in mano ai privati in modo da aumentare la massa di moneta circolante nel sistema economico.
Dopo questa poche parole le nostre idee si sono finalmente chiarite? Direi proprio di no.
Come tutti sappiamo il sistema economico sta ancora cercando di uscire da una crisi profonda, gli Stati e le Banche centrali stanno cercando in tutti i modi di stimolare la ripresa. Una delle vie scelte dalle istituzioni americane è appunto il quantitative easing. La Banca Centrale americana (FED) ha iniziato un processo di acquisto di titoli di stato a stelle e strisce, l’equivalente dei nostri BTP, con un duplice obiettivo:
1.inondare il sistema di dollari; cercare di mettere fisicamente più denaro nelle mani degli americani sperando che questi poi li spendano acquistando beni e servizi;
2.tentare di svalutare il Dollaro nei confronti delle altre monete, come l’Euro o la moneta cinese (Yuan). Questo consente gli americani di essere più concorrenziali con i loro beni all’estero. Un piccolo esempio potrebbe chiarire questo punto: se noi europei avessimo voluto comprare un prodotto americano del costo di 100$ il 1 luglio di quest’anno lo avremmo pagato circa 82€, invece il primo novembre lo avremmo pagato 72€ solo per il deprezzamento del dollaro. Direi che questo è un bel vantaggio per le imprese a stelle e strisce.
Ovviamente questa ricetta ha i suoi punti deboli e molti economisti, in questi giorni, li stanno sottolineando:
- Un primo effetto collaterale potrebbe essere un’alta inflazione, ovvero un aumento eccessivo dei prezzi negli Stati Uniti. Al momento agli occhi della FED sembra essere un problema secondario, ma nel medio-lungo termine potrà creare qualche preoccupazione.
- Una seconda debolezza va ricercata nella temporaneità della misura. Il quantitative easing non è sicuramente una riforma strutturale del sistema economico, come può essere la riforma del lavoro, che potrà dare effetti duraturi nel tempo.
Ma quello che secondo me è il grande punto interrogativo è se questi dollari arriveranno poi nelle tasche della gente per essere spesi o si fermeranno nei bilanci delle grandi banche e alimenteranno in futuro qualche altra bolla speculativa.
Di Alessandro De Lorenz
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