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domenica 5 dicembre 2010

I BÜI (FONTANE) E LAVATOI DI CONTRADA

5 dicembre 2010 - Quanto mi è caro il büi di S. Maria, il büi Vècc , il büi di piazza Parravicini e quello di porta Milanese. Quelle canne di acqua per noi ragazzi di contrada erano come le mammelle di una mucca per il vitello... (Di Ezio Maifrè)

Intorno a quei büi era una fiera da mattina e sera, bucati e mastelli, chiacchiere di donne, versi di ragazzi, rumori di secchi e processione di mucche.
Noi ragazzi, come i maggiolini a maggio intorno ad un lampione, ci radunavamo intorno ai büi.
Assetati per il gran correre ci si spingeva per prendere posto sotto le canne. Poi, con la testa ricurva a bastone, con gli occhi chiusi e con la bocca a imbuto succhiavamo il getto. L’acqua ci stracciava le labbra, picchiava a martello sui denti che sembravano di vetro, e ci chiudeva le narici fino a farci soffocare.
Gridavamo: prima beviamo noi e poi le mucche se ne avanza!


Il büi di S. Maria

büi Santa Maria

Al büi di S. Maria sembrava che piangesse la mucca del Pédru Bernardéla; era lì che muggiva inquieta con gli occhi intontiti e con la pancia vuota. Nessuna pietà! Ci toglievamo dalla canna quando noi avevamo la pancia gonfia come quella di un gatto che aveva mangiato una pantegana.
Caro il “mio” büi di S. Maria, ti ricordo quando al caldo torrido d’estate, noi ragazzi con le mutande larghe e cadenti facevamo salti nell’acqua gelida e le ragazze saltavano intorno al lavatoio e ridevano perché a noi si vedeva tutto. Caro lavatoio, ti ricordo anche quando la nonna accendeva il focolare per far da mangiare e mi chiamava nel cortile per andare a prendere un secchio di acqua.


Il büi di porta Milanese

büi Porta Milanese

Ricordo il lavatoio di Porta Milanese quando la bella Mariangela con gran forza e gobba sulla piatta mentre batteva i panni faceva vedere le cosce e noi ragazzi rannicchiati dietro la Santella guadavamo di nascosto.


Il büi di piazza Parravicini

büi Piazza Parravicini

Ricordo in piazza Parravicini quando ho preso una grande pedata dal Pìstul perché avevo tolto il tappo al büi e poi l’avevo nascosto nella corte e così erano rimaste assetate le mucche.
Mi ricordo come fosse oggi come erano arrabbiati quelli di via Trivigno quando, pezzo per pezzo, hanno smontato il büi vecchio per far posto a una piazza.
Adesso, povero diavolo, è lassù che dorme accanto alla chiesa di S. Agostino.

L’era ‘l büi Vècc

büi Vecc

Quel büi per noi ragazzi era sacro, lì vi era una processione di mucche che bevevano e che imbrattavano il selciato, di donne e di ragazzi che si divertivano con l’acqua. Persino il Pèdru Méngu che all’osteria Cairoli era stato battezzato con il vino del Mazacavàl si bagnava i baffi per fargli prendere la piega.

E adesso? Adesso, cari büi e lavatoi servite ormai a poco o nulla. Le vostre canne sono senza secchi e la vostra acqua viene e va come l’acqua dell’Adda che scorre sotto il Ponte Vecchio e nemmeno un poco rimane in casa. Adesso siete come le fontane dei signori che fanno soltanto bella mostra, avete le canne mezze vuote che gorgogliano e che sembrano piangere per il dispiacere, ma per noi ragazzi di contrada la vostra acqua rimarrà sempre rosolio per il nostro cuore.

Ezio Maifrè


p.s.
Questi erano i “miei büi e lavatoi “ di contrada. A Tirano ve ne sono altri altrettanto belli e cari di ricordi. Ebbene ricordiamoli con la foto e due righe, magari scritte “alla buona“, ma con il cuore.

Grazie

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