In origine, però, i Manoni provengono dallo stesso ceppo dei più noti Comolatti, coi quali vantano stretti legami di parentela. Entrambe le famiglie sarebbero, stando alle recenti scoperte di Francesco Palazzi-Trivelli,di lontana origine bergamasca: provenienti dalla valle Imagna come gli Arrigoni. Solo nella seconda metà del Seicento avrebbero adottato definitivamente il nome di famiglia Manoni.
I Manoni hanno vissuto a Musciano almeno fino al 1850. Poi Giacomo Manoni si è trasferito a Villa, dove il fratello Giovanni era direttore dell'ufficio postale. Un personaggio certamente Giovanni, visto che la sua scomparsa fu segnalata nel 1890 dal settimanale provinciale la Valtellina. Giovanni, sposato alla tiranese Marianna Pìccioli, più grande di lui, non ebbe figli. Invece, il fratello Giacomo, sposato con un'altra tiranese, Cecilia Premoli, ebbe tre maschi e due femmine. Tra questi meritano di essere ricordati: Pietro, Giacomo-Paolo e Bernardo oltre che la sorella Gina, sposata Resta, nota maestra elementare a Villa fino agli anni '20 del secolo scorso. Bernardo, fu il più sfortunato: faceva sport, era il più giovane della famiglia e morì, così sembra, di broncopomonite a poco più di 20 anni.
Nel frattempo, i due rami di Musciano continuavano a lavorare la terra A Stazzona. Da segnalare l'emigrazione di Gherardo Manoni in Australia, così come quella di Giovanni e Antonio, questi ultimi del ramo maggiore dei Manoni. Il loro fratello Pietro, sposato con Anna Moratti (Muratìn) decise di rimanere in Australia. Da Pietro viene il ramo dei Manoni di Waterloo le cui tracce si possono trovare anche su Internet. I discendenti di Pietro vivono nel Western Australia e sono tuttora in contatto coi parenti di Stazzona.
Da ricordare è il ritorno a Musciano di Stazzona di Gherardo Manoni; costui era emigrato in Australia poco dopo il 1860: ritornò a Stazzona probabilmente negli ultimi anni dell'Ottocento, poco dopo la morte prematura del fratello minore Lorenzo, anche lui emigrante in Argentina. Non sposato, Gherardo si prese cura dei tre nipoti e della cognata: divenne insomma il capo famiglia. Il gesto fu molto apprezzato dal nipote Giovanni che impose al primo figlio il nome dello zio, Gherardo.
Gabriele, un pronipote di Gherardo, mi ha descritto qualche tempo fa lo zio, come una persona taciturna, poco socievole, ma di grande generosità. Il lavoro nei boschi australiani probabilmente lo aveva cambiato profondamente. Continuò a vivere in solitudine così come aveva fatto oltre oceano. I Manoni di oggi continuano a essere persone tenaci come quelli di un tempo: hanno svolto e svolgono vari lavori. Ad alcuni di loro lo sport ha dato una certa notorietà nell'ambito provinciale. Esiste poi un ramo piemontese discedente da Giacomo-Paolo Manoni, trasferitosi a Villadossola, allora provincia di Novara, nei primi anni del '900. Il ramo piemontese ha mantenuto i contatti con quello villasco fino ad alcune decenni fa. Anche nel ramo ossolano si incontra uno sportivo di una certa fama: Fabrizio Manoni, alpinista. Ha scalato numerosi 6000 in America Latina, e almeno un paio di 8000.
Manoni, poco diffuso in Lombardia, è un cognome regionale pittosto noto nelle Marche. Il significato originale del cognome resta al momento incerto.
Giac
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