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venerdì 18 novembre 2011

VANGELO VIA MAIL: "REGALITA' D'AMORE"


18 novembre 2011 - “Regalità d’amore” - Matteo 25,31-46 - Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo. (Di don Roberto Seregni)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
Poi dirà a quelli posti alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna".

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Siamo arrivati alla fine dell’anno liturgico passato in compagnia di Matteo. Come ultima tappa del nostro percorso siamo invitati a contemplare la regalità di Gesù.
Faccio fatica, lo ammetto, a tenere vicine queste ultime parole.
Per noi regalità significa prestigio, potere, comando, autorità… e Gesù, fin dall’inzio della sua vita, ha rifiutato categoricamente tutto questo.
Abbiamo bisogno di ribaltare, di capovolgere l’idea di regalità a cui siamo abituati.
Gesù è re perché serve, e non perché è servito.
Gesù è re perché svela che la vera potenza non è quella delle armi e della prevaricazione, ma quella dell’amore e della compassione.

Il brano di Vangelo che la liturgia ci propone per questa solennità ci svela che la regalità di Dio è diversa in tutto, anche nel giudizio. Questo brano di Matteo è chiarissimo: quando il Figlio dell’uomo ritornerà sulla terra ci chiederà quanto abbiamo amato!
L’elemento discriminate fra i “benedetti” e i “maledetti” è la forma concretissima dell’amore: ti sei preso cura di chi ti ho messo vicino? E’ commuovente la concretezza di Gesù: dar da bere e da mangiare, visitare, curare, ospitare, vestire… Sono quei gesti dell’amore quotidiano, nascosto e silenzioso, che fanno la differenza!

Mi piace proprio questo brano di Vangelo perché è una vera cannonata che può svegliarci dal nostro cristianesimo assonnato, dai nostri spiritualismi vuoti e inconcludenti. Il Signore ci chiama ad una preghiera che cambia il cuore, gli occhi, le mani, e non a forme di finta spiritualità che anestetizzano e assopiscono. Il Signore ci chiama a celebrare quell’Eucaristia che non rimane intrappolata tra le mura delle nostre Chiese, ma che prosegue nelle nostre case, nelle fabbriche, negli uffici, nella scuola.

Coraggio, cari amici! Scegliamo Gesù come nostro re, facciamone il criterio di verifica delle nostre scelte e dei nostri progetti.
Scegliamo Lui e non saremo mai delusi.

don Roberto

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