La rubrica, a cura di Ezio Maifrè, per capire i modi di dire
dialettali, grazie alla spiegazione e ad un racconto specifico.
Questa rubrica settimanale dei
"modi di dire", nel contesto del racconto, ha lo scopo di rammentare in
gergo dialettale una espressione e non si riferisce a fatti e a
persone. Giulio si era laureato in economia e commercio in una prestigiosa università di Milano con cento dieci e lode. Il giorno della laurea l’avevano festeggiato tutti in paese. Su un giornale locale era apparsa una gigantografia dove appariva lui e il rettore dell’Università per la consegna della laurea. Dopo tre mesi in cerca di lavoro l’euforia della laurea sembrava svanire giorno dopo giorno. Un gran peccato per Giulio non trovare un lavoro idoneo alla sua laurea. Quel “ pezzo di carta “ l’aveva conquistato con fatica ed era costato tanti soldi ai suoi genitori per mantenerlo agli studi.
Antonio, suo amico e suo compagno di liceo, il lavoro l’aveva trovato. Finito il liceo si era iscritto all’Università alla facoltà di ingegneria poi, a causa di mancanza di mezzi finanziari, aveva abbandonato gli studi e aveva trovato un lavoro di aiuto cuoco. L’arte culinaria era stata sempre un suo hobby nel tempo libero. A ventidue anni si era rivelato un ottimo cuoco e ora lavorava in un albergo in Svizzera. Guadagnava bene. Con i risparmi aveva acceso un mutuo ventennale per l’acquisto d’un grazioso appartamento. Tutto sommato aveva un lavoro che gli piaceva e anche un buon stipendio. Per di più si era fatto la ragazza: una svizzera con i piedi ben piantati per terra, rotondetta, simpatica e buongustaia.
Giulio e Antonio, si ritrovavano ogni tanto. In particolare durante la sagre gastronomiche per raccontarsi le loro esperienze. Antonio non mancava mai alla sagra del chisciöl che la Pro Loco organizza ogni anno nel mese di agosto. In quell’occasione incontrò Giulio. “ Come te la passi , dottore “ disse Antonio sorridendo. “ Nebbia, nebbia in Val Padana ! Sono laureato ormai da un anno ma di lavoro non ne trovo. Tutti mi fanno i complimenti per la mia laurea, ma quando chiedo lavoro mi spiegano che devo attendere il momento propizio. Mi dicono che non c’è lavoro. Insomma ho il morale sotto le scarpe” rispose Giulio.
“ Capisco ! Ora, bando ai problemi, sediamoci e mangiamo il chisciöl e beviamoci un buon bicchiere di rosso di Valtellina. Tranquillo ! Vedrai che prima o dopo, in questa valle di lacrime, qualche lavoro sboccerà anche per te. Il chisciöl e il vino lo offro io. Andiamo a trovar posto “, disse Antonio avviandosi con la sua ragazzotta svizzera. Faticarono a trovar posta tanta era la folla, poi tranquilli come papi, si accomodarono nei banconi e mangiarono tre chisciöi tirando il collo a due ottime bottiglie di vino rosso Valtellina. Ad un certo punto della serata Antonio sussurrò a Giulio” Dottore, guardati in giro. La gente divora il chisciöl come termiti. Le bottiglie di rosso viaggiano sui tavoli che è un piacere. Non riesci a contarle: vuota una, ecco che ne arriva un’altra. Senti che allegria ? Tutti parlano, anzi gridano per farsi sentire l’un di fronte all’altro. Guarda quello laggiù in fondo al tavolone. Biascica le parole, bofonchia come un mantice. Quello è partito per la tangente; il vino gli esce dalle orecchie. Sai cosa ti dico ? Svegliàt fò déla matunéra !! Svegliati dal tuo lungo letargo in aspettativa di un lavoro confacente alla tua laurea e che tarda ad arrivare. Inizia con qualche altro lavoro , poi si vedrà. Uno dei lavori buoni è quello di dare da mangiare alla gente. Quando uno ha i piedi sotto il tavolo è felice e spende che è un piacere. Poi magari quando deve pagare il conto fa la bocca di mucca, ma intanto consuma e paga. Dottore, ti do un consiglio . Impara a cucinare il chischiöl e poi apri una chisciöleria e vedrai che il lavoro non ti mancherà”.
Finita la bella serata i due si salutarono. La bella ragazzona svizzera, più rotonda che mai, baciò Giulio tre volte sulla guancie con un alito profumato di chisciöl che meritava una laurea Honoris causa da buongustaia. Dopo tre mesi e un corso di cucina del chisciöl, tenuto da una chisciöliera della Confraternita, Giulio aprì una chisciöleria. Fu un successo straordinario. La buona gastronomia locale unita alla scienza commerciale gli avevano portato lavoro e successo. Il consiglio di Antonio di non aspettare con la bocca aperta che i pizzoccheri gli cadessero dal cielo e di svegliàs fò dala matunéra, gli fu propizio.
Ezio Maifrè
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