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venerdì 10 gennaio 2014

ACCORDO PER LA REGOLAMENTAZIONE DEL PART-TIME: "NON SVENDE DIRITTI MA LI GARANTISCE"

9 gennaio 2014 - L’accordo sindacale sottoscritto nel 2011 e poi perfezionato il 1° agosto 2013 si inserisce in un quadro normativo (leggi dello stato italiano) di attacco alle condizioni dei pubblici dipendenti; tanto che con la Legge 183 del 2010 era stata data la possibilità alle aziende di rivedere “radicalmente” tutti i part-time concessi (a condizione che si agisse con trasparenza, buona fede e correttezza). Come si capisce bene piena libertà per l’azienda.
ACCORDO PER LA REGOLAMENTAZIONE DEL PART-TIME: "NON SVENDE  DIRITTI MA LI GARANTISCE"
FP-CGIL, CISL-FP, UIL-FPL, NURSING-UP, FIALS e la RSU Aziendale (ovvero tutta la delegazione sindacale) hanno deciso allora che (nella non condivisione della scelta di AOVV di avvalersi della legge) sarebbe stato preferibile limitare la discrezionalità dell’Azienda attraverso un accordo.
Regolamentare per garantire trasparenza, uniformità di applicazione e soprattutto l’esigibilità per tutti i profili, compresi quelli sanitari ove da sempre vi sono maggiori difficoltà.
Allora, come oggi, l’USB – Unione Sindacale di Base non perse occasione per fare demagogia e propaganda ma è giusto dire le cose come realmente stanno:
  • l’USB – Unione Sindacale di Base non ha firmato l’accordo di allora e quello di oggi perché non è presente al tavolo negoziale in quanto non firmataria del CCNL: chi non c’è non può firmare;
  • l’USB – Unione Sindacale di Base ha convocato l’Azienda Ospedaliera dal Prefetto ma non vi è stato nessun pronunciamento del Prefetto;
  • l’USB – Unione Sindacale di Base ha promosso un’azione presso il Tribunale di Sondrio: il Giudice ha dato torto a USB – ritenendo l’accordo legittimo - condannandolo anche al pagamento delle spese;
Per quanto attiene i “citati” pareri della Corte Costituzionale è giusto ricordare che la Corte con sentenza n. 224/2013 si è pronunciata proprio sul’art. 16 della Legge 183/2010 (quello relativo al part-time) sentenziandone la legittimità;
Bisogna aggiungere che solo grazie all’accordo del 2011 l’Azienda ha ricominciato a concedere part-time (soprattutto al personale sanitario). Le concessioni erano ferme da ormai alcuni anni: non solo il citato contingente del 10% ma anche i posti che si erano man mano resi disponibili nel contingente de l 25% e che ricadevano interamente nella valutazione delle esigenze di servizio.
Non vi era più nessuna garanzia per la concessione del part-time anzi, vista la cronica carenza del personale, vi era la certezza che non ne sarebbero più stati concessi.
Certo questo non significa che le nostre organizzazioni sindacali siano soddisfatte del fatto che dei Dipendenti debbano rientrare a tempo pieno, perché non utilmente collocati in graduatoria oppure che condividano una “politica” che non incentiva la concessione del part-time.
L’alternativa, non proprio comoda, di fronte a scelte fatte dal legislatore e il cui cambiamento è affidato al parlamento è sempre la stessa: disinteressarsi delle conseguenze sulle lavoratrici e lavoratori o non rinunciare con l’azione sindacale ad attenuare il più possibile il danno.
Una alternativa a cui USB sfugge comodamente, tenendosi lontano dal tavolo a cui sarebbe chiamato ad assumersi le proprie responsabilità !
Con gli accordi abbiamo garantito trasparenza sui numeri e sui criteri, correttezza sulla loro applicazione evitando di lasciare il tutto nelle mani dell’Azienda. Nel frattempo continueremo a vigilare sulla corretta applicazione degli accordi ed ad operare affinché si creino le condizioni per poter concedere ulteriori posti di part-time.
Le Segreterie Provinciali
FP-CGIL, CISL-FP, UIL-FPL, NURSING-UP, FIALS, RSU AOVV

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