Volare oh, oh
cantare oh, oh
nel blu dipinto di blu
felice di stare lassù.
Probabilmente anche i top manager dei grandi gruppi bancari ed assicurativi europei e mondiali ed i ministri delle finanze e delle economie dei paesi del G20 sono felici di stare lassù. Ci credo, con certi stipendi. Meritati? In parte si, ma forse solo in parte. Non bisogna dimenticare che l’attività manageriale e politica richiedono competenza, impegno e dedizione. Non è semplice fare il manager e non è semplice fare il politico, quindi è giusto che abbiano degli stipendi “importanti”.
Ma quanto è alto uno stipendio importante? Io direi che dovrebbe dipendere anche dai risultati. E qui sta il punto. Si sta per chiudere il 2010 e forse questo è il decennio peggiore del capitalismo. Il mercato azionario mondiale ha perso più del 30%, come mostra l’andamento dell’indice azionario dei paesi sviluppati riportato di seguito (per i curiosi gli emergenti non hanno fatto meglio).
Siamo ormai da anni in preda ad una volatilità incredibile con i corsi azionari che salgono e scendono del 5% in una settimana e del 15/20% in pochi mesi. Ma c’è sempre una scusa pronta, prima la bolla speculativa di Internet, poi quella immobiliare, adesso c’è l’economia che non riparte. Ed i piccoli risparmiatori intanto hanno perso soldi, e tanti. E i manager, e i politici? Vediamo un esempio. Alessandro Profumo è stato amministratore delegato di Unicredit Group dal 12 febbraio 1998 al 21 settembre 2010. Quando ha lasciato l’incarico ha incassato più di 40 milioni di euro di buonuscita. Adeso, io non ce l’ho con Profumo. Profumo ha fatto sicuramente tanto per Unicredit Group. Ma come è andato il titolo. A inizio 2000 il titolo quotava più di 4€. Oggi è abbondantemente sotto i 2€.
Tornando al concetto di stipendio “importante”, forse 40 milioni di € per far fare ad una azienda il -50% sono un po’ troppi. Forse.
Sergio Pin
i
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