18 giugno 2013 - Sono trascorsi più di quindici anni dal
termine della mia attività professionale. Attività iniziata presso
l'Ufficio Tecnico del mio Comune e terminata da libero professionista...
(Di Giancarlo Bettini)
Primo impegno con piccoli lavori a Baruffini, una
frazione di Tirano, ultimo lavoro il restauro, in equipe, delle chiese
di Mazzo e Vervio. Un totale di quasi mezzo secolo di lavoro. Spesso
mi capita di sognare di essere al tavolo di disegno o sui cantieri e mi
sveglio stanco, come se effettivamente avessi lavorato la notte.
Probabilmente avrò bisogno dell'aiuto di uno psicologo che mi
interroghi, sdraiato su un lettino, per scrutare ciò che di anomalo sta
tra quelle che Poirot chiama le “cellule grigie”. Nella decina di anni
trascorsi alle dipendenze del Comune di Tirano, ho conosciuto molte
persone; tra le opere significative ricordo le pavimentazioni delle
piazze e, tra queste, la direzione lavori di Piazza Basilica a Madonna
di Tirano. °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
A Baruffini, negli anni '50 del XX secolo, ho conosciuto il Parroco, don Gino Menghi, religioso che ho poi seguito nei suoi spostamenti a Chiesa in Valmalenco, a Tirano, dove ha ricoperto la carica di Prevosto nel nostro bel S.Martino.
Alcuni giorni or sono ci ha lasciato Giuseppina D'Abbondio vedova Del Simone originaria di Baruffini, alla venerabile età di 95 anni. Giuseppina era ospite della Casa di Riposo della nostra cittadina. L'avevo conosciuta nella sua frazione, la sapevo donna molto religiosa, di una simpatia non comune. Apparteneva a quelle donne “vecchio stampo” che vivevano solo per la famiglia, anche nei tempi difficili della seconda guerra mondiale.
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Ho partecipato a Sondrio, venerdì 14 luglio, alla conferenza, o meglio, alla presentazione del libro di Pupi Avati dal titolo “La grande invenzione”. Il tutto si è svolto nella sala Besta della Banca Popolare di Sondrio. Il libro lo ha commentato lo stesso Avati, una persona eccezionale, dalle notevoli doti, dalla innata forza sprigionante simpatia. Simpatia trasmessa a tutti i presenti che più volte hanno applaudito il non più giovane regista. Avati per la seconda volta ha raccolto l'invito del Presidente Melazzini e per questo secondo invito ringraziamo colui che guida il prestigioso Istituto di Credito. Pupi ha ricordato gli ultimi anni della seconda guerra mondiale, la sua Emilia, Bologna. Anni difficili anche per la sua famiglia. Mi viene voglia di associare la gioventù di Pupi a quella mia, del mio Maestro di vita don Gino Menghi, e di Giuseppina D'Abbondio a Baruffini. Anni difficili anche per noi. Ricordi su questa amara terra per coloro che sono ancora in vita, in cielo per don Gino e Giuseppina.
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Questa notte ho sognato un angelo. Svegliandomi mi è venuto da pensare “allora esistono proprio gli angeli”. Come spesso capita il ricordo dei sogni è avvolto, al risveglio, dalla nebbia. Anche questa mattina la mia mente non è lucida, ma non posso cancellare tutto prima di iniziare la giornata. Permettetemi, amici lettori, di fantasticare ad occhi aperti: don Gino Menghi, da presuntuoso, posso pensarlo mio angelo. Se così fosse è capitato male. Farà fatica a tenermi sotto le righe, sui giusti binari. A don Gino chiedo scusa e sarà doveroso da parte mia ricordarlo quotidianamente con preghiere di perdono. Giuseppina D'Abbondio sarà certamente l'angelo dei suoi familiari rimasti tra noi mortali. Pupi Avati avrà un angelo speciale, come speciale è il regista che, settantaquattrenne, si appresta a girare l'ennesimo film.
La lettura del suo libro autobiografico, “La grande invenzione”, distribuito a Sondrio , trasmetterà a noi montanari la forza per superare i momenti non felici nei quali viviamo.
Giancarlo Bettini
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