18 giugno 2013 - Non capita tutti i giorni di ricevere un
buon consiglio su un libro da leggere. Per di più se il libro
consigliato è un libro che tu hai in mente da anni ma che non saresti
mai stato capace di scrivere o di esprimere il tuo punto di vista
chiaro, sereno e , per me, in tutto condivisibile come ha scritto nella
sua lettera Ermanno Olmi. (Di Ezio Maifré)
Mario, forse conoscendomi nel mio intimo, mi ha
consigliato di leggere “Lettera a una chiesa che ha dimenticato Gesù “di
Ermanno Olmi.Dapprima ho preso il libro in mano, l’ho girato e rigirato come si fa con un gioiello prezioso poi mi sono detto tra me: lo leggerò quando sarò di spirito buono, calmo, sereno e soprattutto in pace con il mio animo spesso tormentato da dubbi su una società che ormai fatico a condividere, anzi, che non condivido più.
Conoscevo già la bravura del registra bergamasco Ermanno Olmi per i suoi meravigliosi film come “L’albero degli zoccoli” , “La leggenda del santo bevitore” , “Il mestiere delle armi” e alcuni altri film di cui non ricordo il titolo.
Da giovanotto ricordo di averlo visto presentare un suo film in Tirano al cinema “Mignon“. Lo ammiro, lo stimo anche per la sua amicizia con il poeta padre David Maria Turoldo e con il nostro indimenticabile frate servita Camillo De Piaz, che il grande regista definisce a ragione “ribelli di fede salda, tutti riuniti sul prato delle beatitudini… “.
Prima di aprire quel libro dovevo però aspettare d’essere d’animo pronto ad accogliere parole che presupponevo avessero lasciato il segno nel mio animo per sempre poiché condividevo persino il titolo della “lettera“ e avevo una grande fiducia nello scrittore.
A questo punto devo fare una premessa, anche se non sarà condivisibile da molti e molti Reverendi arricceranno il naso. Li posso anche capire perché ognuno fa il proprio mestiere e ci tiene alla posizione che ha acquisito e relativi privilegi.
Mi era già capitato alcuni anni fa di aver spento il televisore con stizza (che il Creatore mi perdoni), mentre assistevo ad una S. Messa in Vaticano. L’avevo spento con stizza quando avevo visto la pomposità, il lusso, gli innumerevoli orpelli dorati, la lunga fila di porporati con le loro variopinte vesti indicanti il grado di potere e di comando della Curia Romana, e al seguito una miriade di preti circondati dal “popolino “ guardato a vista da guardie svizzere e da agenti in borghese. Avevo pensato “troppo lusso, troppe luci, troppe pomposità per una chiesa che dovrebbe essere povera e invece è piena di sfarzo. Chissà quanto costa tutto questo apparato“.
Ho spento il televisore, ma per la mia “elementare religiosità “ verso il Creatore ho recitato mentalmente la preghiera del “Padre Nostro“ che ha insegnato Gesù.
Non nascondo d’aver anche pensato: “ma a cosa servono tanti gioielli d’oro, d’argento appesi a statue, dietro grate che paiono sorelle di poderose casseforti a difesa dei ladri in una Chiesa che dovrebbe essere povera, ma povera non è ? Chi dona una cosa cara e preziosa per una “grazia ricevuta “ la dona con il cuore a chi ha invocato. Il Creatore non ha certo bisogno di orpelli e gioielli preziosi, non di meno le statue dei Santi. Disse Gesù: Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi. (Mt 19,21).
Perché dunque lasciare tanti tesori, donati per Grazia e quindi per amore, lasciarli in “ vetrina “ e non venderli per donare il ricavato ai poveri e ai bisognosi? Il dono fatto per “grazia“ , a mio parere, varrebbe due volte e non avrebbe bisogno di guardie, di sistemi d’allarme, di costose protezioni. Il mio desiderio segreto, inconscio e che amo, è una chiesa povera, che non impone dogmi, di gente comune, di disubbidienti, di ignoranti, ma liberi. Mi domando: se Gesù fosse tra noi in questi tempi moderni cosa ci insegnerebbe ? Lascio libertà di pensiero al lettore, però dirò il mio pensiero.
Gesù lo vedrei come un prete di campagna con la bicicletta, con una tonaca consunta, magro scannato dalle fatiche ma con gli occhi dolci, sereni, azzurri, che ti perdona, ma ti ammonisce per aver evaso l’Iva, di non aver dato lavoro, d’essere un politico disonesto o un giornalista che scrive ciò che il padrone comanda.
Ci direbbe che abbiamo smarrito la sua strada maestra, che siamo cristiani smarriti e che la sua chiesa è ora fondata su poche pietre d’angolo e su molte di terracotta. Che la Sua Chiesa si è confusa con la chiesa della politica, degli affari, del potere.
Preferisco chiudere l’affannoso e sconsolato mio pensare con le parole del grande regista Ermanno Olmi “Tuttavia, caro Gesù, io sono convinto che in questa tua vecchia Chiesa cattolica ci sono ancora esempi di cristiani di cui che puoi andare fiero. E sarà con costoro che, tutti insieme , potremo edificare la tua nuova casa”.
Ezio Maifrè
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