11 giugno 2013 - [GUARDA IL VIDEOCLIP] E' uscito in questi
giorni il nuovo video de "La Colpa", "La dittatura degli anestesisti"
(Welcome to Sarajevo), a metà strada tra un videoclip ed un
documentario. Abbiamo intervistato il batterista tiranese Luca Cometti e
il regista ligure Emanuele Mei.
"La colpa" è una band emergente di Milano nata nel
2011 e della quale fa parte il tiranese Luca Cometti, già membro del
gruppo locale "Hypnosis".Come vi è venuta l’idea di fare un videoclip così particolare?
Luca: qualche settimana prima che uscisse l’EP “Mutuo Perpetuo”, avevamo girato un primo video alla buona con mezzi di fortuna, cioè siamo andati in cantina con il telefono e abbiamo fatto il video più claustrofobico del web proprio sulle note di “Mutuo Perpetuo”. A questo punto però serviva qualcosa di più, un video serio, che presentasse la band senza cadere in quell’autoreferenzialità impostata che appesantisce più dei pizzoccheri alle 2 di notte. Proprio per questo volevamo inserire, oltre alla band, qualcosa che desse un senso complessivo, qualcosa che declinasse il significato del testo in una specifica maniera. Cosa meglio delle guerre Iugoslave?
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Sì appunto, come mai proprio questo tema?
Luca: non so di preciso è un tema che mi attira da un sacco di tempo. Come ho spiegato nel blog della band non saprei di preciso, forse perché nei primi anni novanta ho avuto modo di conoscere alcuni profughi albanesi arrivati in Valtellina. Forse perché è stata la prima guerra ad entrare dentro casa da quando sono arrivato io. Una guerra a colori, filmata in tutta la sua crudezza, reale, e a due passi da casa. Una guerra Europea, appena al di là di quello sputo di mare che è l’Adriatico! Direi che la cosa più scioccante di tutte è stata il percepire la vicinanza temporale e geografica di quelle vicende.
Emanuele: studiare la storia di intere città come Sarajevo o Srebrenica con tutto il groviglio di temi che ne deriva, dalla colpevole incapacità dell’ONU alla pulizia etnica è come farsi attraversare da un terremoto che ti lascia lì a ricostruirti da capo tutto il tuo sistema di valori. Per il video abbiamo usato immagini di documentari disponibili su youtube, ma per poterli usare in maniera coerente ed in un certo qual modo “rispettosa” abbiamo voluto informarci a fondo prima di lanciarci nel montaggio.
Luca: senza un serio approfondimento alla base, il video avrebbe rischiato di essere una semplice vetrina per la band costruita sulle sofferenze altrui. Sarebbe stato soltanto sciacallaggio da Studio Aperto. Anche per questo abbiamo deciso di tagliare tutte le scene più crude e cruente, che in quegli anni sono state regolarmente filmate e possono comunque servire a far capire in maniera chiara cosa sia una guerra.
Emanuele: in tre minuti di video non si è potuto ripercorrere le vicende in maniera completa ma a grandi linee si tratteggia un quadro quanto mai realista. Come ho spiegato anche nella presentazione del video, lo shock qui è inteso come scintilla di vita cioè quella dose di impressione che spinge all’azione e, prima di tutto all’informazione.
Ma che cosa sarebbe per voi “la dittatura degli anestesisti”?
Luca: pensa che era una canzone che avevo scritto sull’ultimo ventennio contrapposto a quello che andò dal ’30 al ‘50, era una canzone partigiana nel senso italiano del termine. La dittatura degli anestesisti non è un colpo di stato ordito al Morelli. E’ uno stato più o meno passeggero, la si incontra quando si ingoia tutto senza smuoversi, quando si soffre di memoria corta, quando più nulla scandalizza, quando ormai si è sotto anestesia totale, quando muovere un dito sembra più faticoso di andare a ballare.
Emanuele: nel caso dell’ex Iugoslavia, la dittatura degli anestesisti è la dimenticanza che avvolge oggi qui in Europa quelle vicende così vicine e, purtroppo ancora così irrisolte. Quel che resta è ad esempio un’identità Bosniaca ancora da costruire ad opera di istituzioni deboli ostaggio di una popolazione che, da quei giorni, non ha mai riconsegnato le armi. Speriamo che il tribunale penale internazionale stabilisca dei precedenti che nel futuro possano servire da deterrenti.
Progetti futuri per “La Colpa”?
Luca: c’è già pronto un nuovo video con un progetto molto particolare, ma per il momento non anticipo niente così mi re intervisterai tra qualche tempo! Per quest’estate saremo in giro per l’Italia portando il nostro disco a spasso come fosse una fiaccola olimpica. Sul sito www.lacolpa.com trovate tutte le date. In particolare segnalo la data del 30 giugno ad Erba con i Folkstone e quella del 3 agosto al Filagosto Festival (Filago bg) con Criminal Jokers e Fasta animals and solw kids (due band incredibili e che mi piacciono un sacco). Il 30 agosto invece, saremo a Tirano alla Cooperativa S. Michele per una super festa. Ci si vede là.
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