[FOTO E VIDEO] In occasione della Santa Pasqua, desidero porgere a tutti i lettori-naviganti di Intorno Tirano i miei migliori auguri: “la pace sia con voi” e proporre il viaggio a Medjugorje con una grandiosa scultura in bronzo del Cristo risorto. (Bernardo Gabriele Ferrari)
Siamo partiti giovedì 29 dicembre, alle 5 del mattino da Tirano, con pullman di Vacanze Antonioli di Bormio. Con noi è salita una ragazza di Sondalo; poi altri fedeli della bassa valle e ultimi gruppi a Bergamo.
Dopo circa 800 km ci siamo fermati per la cena e il pernottamento, a pochi km dall’autostrada, che per noi valtellinesi sarebbe “il paradiso terrestre”: bella, pulita, nuova, senza traffico, con vedute mozzafiato. Piovigginava e al mattino abbiamo trovato un candido manto di neve, da nostalgico natale. Il giorno dopo alle 7 siamo andati a sentire la veggente Vicka nella comunità di suor Kornelia, in un grande piazzale gremito come un uovo. La veggente è apparsa su un pianerottolo e ha parlato a lungo in croato, e veniva tradotta da due ragazze prima in tedesco e poi in polacco, affinché tali gruppi potessero poi andare a messa a Mostar a 20 km da Medjugorje. Poi ha parlato in italiano e veniva tradotta in spagnolo. Più che ammirevole direi che è una santa martire (come i 5 pellegrini che salivano a piedi nudi il Krizevac), perché "voci" dicevano che è molto malata.
Il giorno dopo un’altra veggente, Mirijana, è salita alla croce blu, sulla collina delle apparizioni, il Podbrdo, fra due ali di folla innumerevole, protetta da un cordone di guardie del corpo con giacche rosse e cappello giallo. La scorta non è uno status symbol come per i nostri politici per mostrare potenza, ma una realtà oggettiva perché migliaia di mani vorrebbero toccarla e strapparle i vestiti come reliquie.
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Mirijana ha incominciato a pregare fino a quando ha avuto l’apparizione e tutta la folla si è ammutolita ed è rimasta col fiato sospeso, in un silenzio irreale, da fine del mondo. Poi al termine ha dato il messaggio a noi e al mondo intero.
Una sosta praticamente obbligatoria da parte di tutti è al Cristo Risorto. Sono salito su tre gradini di legno per toccare la gamba del Cristo, levigata dalle carezze e diventata giallo oro: effettivamente c’è una micro fessura lunga 6-7 cm visibile chiaramente anche da chi non ha occhi di falco. E tutti strofinavano i fazzoletti per impregnarli del liquido che fuoriesce.
Nel nostro gruppo avevamo una mascotte di 12 anni, Michele di Colico, un ragazzino sveglio e simpatico che faceva in continuazione foto con il suo nuovo telefonino. Ebbene, mi ha mostrato una foto “strana” fatta all’altare della Parrocchiale di San Giacomo, in cui compaiono tre cerchi azzurri. Ingrandendone uno si vedeva al suo interno il manto della Madonna, bianco.
Perché lui si e io no? Ho provato più volte anche io con la mia macchina fotografica ma non ho visto nulla.
Mezzo mondo a Capodanno, era in chiesa a mezzanotte, stretti come sardine e anche in un capannone adiacente giallo riscaldato, un’altra scatola di sardine. In un tendone da circo, al freddo, c’erano altri centinaia di posti e la messa si poteva seguire tramite schermo gigante tradotta in italiano sulla frequenza 99.7 di radio e cellulari.
Il 2 gennaio 2012, per una fortunata coincidenza di amicizie, un’altra veggente, Marjia, ha invitato il nostro gruppo nella sua cappella privata adiacente la sua casa per assistere alle 17.40 alla sua estasi.
Una chiesetta simile a Santa Perpetua, con il loggione balconata, ma molto più piccola, con pareti bianche e pavimento cotto toscano con travi e perline a vista. In attesa dell’evento tutti pregavano il rosario e alcuni hanno percepito un forte profumo di rose. Io no, perché ero discretamente raffreddato. Sull’altare c’era un mazzo di rose, ma la storia ci tramanda che spesso durante le apparizioni si sentono profumi intensi, come succedeva anche con il santo Padre Pio da Pietralcina. Tutti abbiamo piegato le ginocchia senza fiatare quando Marija si è inginocchiata in preda alla visione. Prima si era raccomandata: “Per favore niente fotografie”. Michele non usava il flash per fare foto ma faceva un silenzioso filmato della gente, delle pareti, delle finestre. Confesso di non aver mai vissuto un’espressione così forte della fede: vedere davanti a me decine di persone inginocchiate, in silenzio assoluto, a testa china, a mani giunte, quasi diventare un tutt’uno con il pavimento. Era un rito di purificazione intenso a mondare il corpo e l’anima da ogni contaminazione, una catarsi, un’esperienza unica. Dopo 3-4 minuti che sono sembrati una eternità, Marija ha abbassato leggermente la testa, per poi rialzarla guardando un “qualcosa” che vola in alto. Quando si è rialzata alcune persone di un altro piccolo gruppo hanno scattato alcune foto con il flash, al che Marija ha detto in modo seccato: “Vi avevo pregato di non fare foto; ora la benedizione l’avete ricevuta, andate in pace!” Un comportamento umano più che comprensibile perché una veggente non deve essere necessariamente una santa, altrimenti si sarebbe ritirata in un convento come Suor Lucia a Fatima o Bernardette a Lourdes.
C’erano due grossi finestroni sull’altare, neri dal buio e ho guardato attentamente tutto ciò che mi stava davanti: i muri, la statua della Madonna bianca a grandezza naturale, la veggente Marija in attesa di cogliere qualche segno e “vedere qualcosa”… Anche Michele, quale cineoperatore non ha visto nulla a occhio nudo; ma sul suo cellulare sono apparse delle immagini sconvolgenti che ha mostrato a tutti appena rientrato in albergo. Su un finestrone appariva una luce circolare azzurra che pulsava, che si ingrandiva e rimpiccioliva, e mentre scompariva al suo posto c’era una immagine bianca, proprio come una statuetta della Madonna con il velo che si muoveva come se camminasse verso di noi. La nonna di Michele piangeva per l’emozione.
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Una cosa è assolutamente certa al 100%: nessuno di noi aveva bevuto o manipolato le immagini. A questo punto qualcuno sorriderà e allora dovrebbe negare le apparizioni di Lourdes, di Fatima, de la Salette, del Beato Mario Homodei e in tante altre parti del mondo intero. C’è qualcuno che nega anche i campi di concentramento, di lavoro e di eliminazione come a Oswiecim. Nome originario del paese polacco ribattezzato dai tedeschi, in Auschwitz!
Non esistono autobus nella grande pianura della Bosnia Erzegovina ma si sono diffusi in modo esponenziale i taxi: vecchie Mercedes smarmittate che con soli 5 euro di tariffa fissa vi portano dove volete. Qualcosa unisce Tirano a Medjugorje, oltre alla Madonna e sono i fichi.
Da noi era tradizione piantare un fico in ogni orto e giardino in memoria del Beato Mario Homodei, lì invece ne fanno commercio e decine di banchetti vendono solo fichi secchi.
Il “popolo” di Medjugorje lungo i marciapiedi non parla di donne, di calcio, di soldi ma prega ad alta voce senza vergognarsi: “Sdravo Mario, Milosti puna…
Ave Maria, Piena di Grazia…
Bernardo Gabriele Ferrari
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